La tocchita: un antico rito del Venerdì Santo

la tocchita
la tocchita

Esplorando l’antica tocchita calabrese: il suono sacro del Venerdì Santo, le sue origini onomatopeiche e la persistenza di un rito nel contesto culturale e spirituale

Nel cuore della Calabria, nel contesto del Triduo Pasquale, un antico rito si esprime attraverso la suggestiva melodia di un singolare strumento: la Tocchita, conosciuta anche come trocca nei dialetti locali.

Questo strumento, unico nel suo genere, potrebbe essere considerato una sorta di campana sacra, ma interamente realizzato in legno.

Durante i tre giorni precedenti alla Pasqua, le campane restavano silenti in segno di lutto per la morte di Gesù. Per annunciare le funzioni religiose e accompagnare la solenne processione del Venerdì Santo, veniva impiegata la Tocchita. Il suo suono sordo e fragoroso risuonava tra le vie, richiamando i fedeli alle celebrazioni.

Il nome stesso dello strumento, “Tocchita”, evoca il suono onomatopeico che emana, un ticchettio simile al movimento di un telaio in legno. Questa denominazione deriva dal suono distintivo che si ottiene muovendo la Tocchita con la mano.

La Tocchita può presentare varie forme e dimensioni. Alcune hanno una tavola spessa circa un centimetro, con un rocchetto al centro per farla ruotare; altre, invece, mostrano una struttura più complessa con un’impugnatura superiore che consente un movimento rotatorio del polso per far suonare la tavola posta al centro.

Un antico proverbio calabrese, “Trasi ca trocca e nesci ca campana”, riflette il passaggio dai suoni della Tocchita a quelli delle campane, simbolo di una transizione spirituale e culturale.

Sebbene la pratica della Tocchita sia caduta in disuso nella maggior parte della regione, alcuni luoghi, come il paese di Jacurso, mantengono viva questa preziosa tradizione, che rappresenta un connubio tra storia, cultura, fede e identità locale.

In un mondo sempre più moderno, queste tradizioni antiche continuano a svolgere un ruolo significativo nel tessuto sociale e spirituale delle comunità locali, testimoniando la forza e la persistenza del legame con le proprie radici.