«C’è una realtà all’interno del tessuto urbano della città di Catanzaro, che dobbiamo considerare come un modello, da cui ripartire. Il centro polivalente di Via Fontana Vecchia è ormai da tempo un hub riconosciuto in tema di iniziative verso il mondo dei giovani, dell’associazionismo e di tutte le attività che gravitano intorno alle politiche sociali». È quanto dichiara Antonio Nisticò – coordinatore cittadino Associazione I Quartieri.
«È un caleidoscopio di azione dei diversi soggetti che l’animano – prosegue il coordinatore cittadino dell’associazione I Quartieri -, che portano linfa ad un panorama che la politica tutta, ha per diverse necessità sottostimato, ma che resta, forse, l’unico esempio utile nella città. Oggi, questa esperienza deve essere replicata. Bisogna esportare nel tessuto cittadino, con una particolare attenzione a quelle che definiamo periferie e che sono più diffuse di quanto si possa immaginare, quella che è a tutti gli effetti una buona pratica progettuale, in una commistione intelligente fra l’associazionismo e l’Ente comunale».
«Allora diventa – afferma Nisticò – assolutamente inutile una programmazione fatta a macchia di leopardo, senza la costruzione di una piattaforma, una specie di camera di compensazione, che metta a confronto le variegate esperienza presenti in città, nel raggiungimento di un obiettivo che si sappia integrare fra le necessità del mondo giovanile, della cultura, delle politiche sociali, tenendo in evidenza il patrimonio pubblico dove far nascere un nuovo modo del “fare” sociale, recuperando un gap negativo».
«In questo ragionamento – dichiara ancora Nisticò – non può sfuggire che la nostra città è una realtà ormai vocata all’invecchiamento e, per la sua connotazione, ha l’esigenza di dare un impulso a quelle che sono le politiche di integrazione e di incontro anche con le patologie connesse alla terza età, giusto per creare una rete di protezione, che manca, diffusa sul territorio a vantaggio della malattia e delle famiglie».
«Potrebbe svolgere – conclude Nisticò – un ruolo di complicità urbana e sociale fra i giovani e gli anziani, recuperare a nuova vita, magari con una manifestazione di interesse, le diverse strutture riqualificate e vuote che sono il patrimonio del Parco della Biodiversità, tanto da diventare una nuova ipotesi di sviluppo attivo, socialmente utile, per una realtà ormai vocata alla città di Catanzaro».