Arrestati due esponenti della cosca Pesce a Rosarno

carabinieri
carabinieri

Le forze dell’ordine hanno concluso un’importante operazione contro la criminalità organizzata nel cuore di Rosarno, arrestando Domenico e Rosario Arena, padre e figlio, ritenuti esponenti di spicco della cosca Pesce.

REGGIO CALABRIA, 2 DIC 2023 – Le forze dell’ordine, guidate dal Gruppo di Gioia Tauro e con il supporto operativo dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e unità cinofile, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice reggino su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, diretta da Giovanni Bombardieri.

Secondo quanto riferito dai Carabinieri, le indagini condotte su Domenico e Rosario Arena avrebbero rivelato comportamenti di estorsione e violenza privata, perpetrati per un lungo periodo a Rosarno e Cinquefrondi e aggravati dalle finalità mafiose. I due arrestati sono stati individuati come elementi di spicco nel contesto criminale rosarnese della cosca Pesce.

Le attività investigative, coordinate dal comandante provinciale Cesario Totaro e supportate da collaboratori di giustizia, hanno evidenziato l’alta capacità criminale dei due, che hanno operato con metodologie tipiche delle organizzazioni mafiose, imponendo il proprio volere attraverso un assoggettamento ambientale su individui e attività commerciali.

Il modus operandi dei due criminali, caratterizzato da ripetute intimidazioni di natura fisica e verbale, si è manifestato in un’oppressione costante e interferenza in un’attività economica nella Piana di Gioia Tauro. Queste azioni hanno limitato la libertà di autodeterminazione di molte persone, creando un clima di paura diffuso nella comunità.

L’indagine ha inoltre rivelato una prolungata attività estorsiva ai danni di una cooperativa agricola a Candidoni, diventata una fonte di reddito illecito per la famiglia Arena. L’ingerenza sulla cooperativa includeva l’appropriazione indebita di parte degli utili e un controllo diretto sulla politica aziendale, comprese le assunzioni e la gestione aziendale.

Oltre a ciò, le indagini hanno documentato minacce ripetute a un medico, mirate a ottenere certificati falsi per favorire uno dei familiari detenuti. Inoltre, è emerso un pattern di pressioni e angherie sulla ex-moglie di uno degli indagati, limitandone la libertà di autodeterminazione anche dopo la fine del matrimonio.

Al termine delle formalità di rito, i due arrestati sono stati tradotti in carcere, rispettando i loro diritti e considerando che sono soggetti alla presunzione di innocenza, aspettando che la colpevolezza sia accertata attraverso una sentenza irrevocabile.

LEGGI ANCHE: Operazione Pecunia Olet: sequestrati beni per 400mila euro a commercialista di Rosarno legato alla…