“La ‘ndrangheta non esiste…ovvero la paura di parlarne. Paolo Borsellino invitava tutti a ‘parlare di mafia’, sempre e ovunque, eppure in Calabria ci si agita per spegnere i riflettori sul marciume che vien fuori dalle indagini. Corsi e ricorsi storici, si potrebbe dire e così, dopo la trasmissione dedicata all’inchiesta ‘Rinascita Scott’, da più parti e con sfumature diverse, si sono levate alte le grida di protesta denunciando una sorta di attentato alla costituzione”. È quanto afferma Francesco di Lieto di Codacons.
“Ovviamente – prosegue Codacons – il compito di stabilire la rilevanza penale di fatti e comportamenti è rimessa alla magistratura che, fra molti anni, emetterà i suoi verdetti. Ma, in tutta sincerità, abbiamo davvero bisogno delle sentenze per renderci conto di come siamo ridotti? Abbiamo davvero bisogno della Suprema Corte per constatare lo schifo che ci circonda? Personalmente non mi appassiona sapere se le vicende contestate integrino o meno ipotesi di reato”.
“Di certo invocare il silenzio – prosegue Di Lieto -, magari involontariamente, finisce per alimentare la paura e contribuisce ad accrescere il consenso sociale nei confronti di questo schifoso ‘sistema’ criminale”.
“Quindi oggi, – conclude Francesco Di Lieto – con forza, abbiamo il dovere morale di continuare a parlare e scrivere di ‘ndrangheta. Perché è questo il principale male della nostra terra, non le trasmissioni televisive”.