Gratteri, Rinascita-Scott: «Il processo deve svolgersi a Catanzaro»

Nicola Gratteri
Nicola Gratteri

L’importantissima inchiesta Rinascita-Scott che ha interessato tutta la provincia di Vibo Valentia, ha avuto un importantissimo impatto a livello nazionale e ha di fatto permesso di smantellare i locali della ‘ndrangheta legati al clan Mancuso. Questa inchiesta ora attende di veder svolto il suo processo, altrettanto importante. Diverse sono state le interlocuzioni del Procuratore Capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, davanti alla Commissione parlamentare Antimafia, con il Ministero della Giustizia. Interlocuzioni che sono andate aventi per mesi, per ottenere una struttura idonea ad ospitare il processo in totale sicurezza. Processo che secondo il Procuratore Capo, dovrà sostenersi a Catanzaro.

La prima udienza è prevista per fine luglio, come dichiara lo stesso Gratteri, che aggiunge: «La Protezione Civile si è detta disponibile a montare una tensostruttura a Catanzaro Siano per fare un’udienza preliminare».

«È importante però – sottolinea Gratteri – pensare ad un’aula bunker definitiva, che potrebbe essere realizzata dietro al Tribunale per i Minorenni di Catanzaro…-. Ritengo che questa soluzione sia la meno costosa e la più utile».

Infatti il Procuratore Capo di Catanzaro non condivide l’ipotesi avanzata dal nuovo capo del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria). Cioè quella di sostenere il processo dell’inchiesta Rinascita-Scott nel teatro del carcere di Vibo Valentia. «Abbiamo bisogno di grandi spazi – ha dichiarato Gratteri -. Serve un’aula da almeno 800 posti, perché ci sono 475 imputati, 230 avvocati e 205 parti offese».

Le continue minacce ed azioni volte ad intimorire ed ad “indebolire” Gratteri

Sotto scorta da già trent’anni, alle continue minacce ricevute, il Capo Procuratore di Catanzaro, risponde dicendo di avere le spalle larghe. Aggiunge anche di aver subito «disegni di delegittimazione» volte ad indebolirlo sul piano del consenso e a danneggiarne la sua credibilità in Calabria.

Inoltre, Gratteri tiene a precisare una questione importante: «Il mio obiettivo – ha affermato – è fare bene il mio lavoro e ho l’onore di dirigere una procura con magistrati superiori alla media e grandi investigatori».