Dopo 25 anni dalla morte del piccolo Nicholas Green, i genitori – Maggie e Reginald – tornano a visitare i luoghi dove avvenne la tragedia.
La morte di Nicholas Green commosse l’Italia
Il bambino, di soli 7 anni, morì a causa dei colpi di pistola sparati da due delinquenti mentre l’auto viaggiava sulla Salerno-Reggio Calabria.
Purtroppo, per colpa di quel tentativo di rapina, il piccolo Nicholas, che stava nel sedile posteriore dell’auto assieme alla sorellina più piccola, di soli 4 anni, prese le pallottole in pieno senza potersi salvare.
Le ore che seguirono commossero l’Italia intera. I coniugi autorizzarono l’espianto degli organi del bambino che aiutarono sette persone a sperare in una vita nuova. Una di queste, un ragazzo che ebbe il cuore del bambino, è morto recentemente per un linfoma.
Quel gesto nobile fece scaturire un’ondata di solidarietà in tutta Italia alla quale seguì il triplicarsi delle donazioni di organi.
La famiglia Green diede, infatti, l’autorizzazione all’espianto di tutti gli organi e delle cornee del figlioletto. Il CNT (Centro Nazionale dei Trapianti) ha ricordato che, all’epoca, il gesto della famiglia statunitense salvò la vita a 5 malati, di cui 4 bambini, e diede la vista a altri 2 pazienti.
Le donazioni di organi in Italia dopo la tragedia dei Green
Il Sistema informativo trapianti afferma che dal 2002, le donazioni delle famiglie dopo la morte dei propri figli, sono state 991, mentre i trapianti pediatrici sono stati 2.643. Il 25,2% che ha ricevuto un organo ha meno di 2 anni, il 22,8% ha tra 2 e 6 anni, il 13,7% tra 7 e 10 anni e il 38,3% tra 11 e 17. Solo nel 2018, in Italia sono avvenute 45 donazioni da bambini e sono stati effettuati 143 trapianti pediatrici.
La città di Polistena non dimentica
Il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, ha donato ai Green una targa per ricordare un gesto che ha generato tanta solidarietà.
“E’ difficile – ha detto Maggie Green – tornare nel luogo dove abbiamo passato la peggiore notte della nostra vita, ma non possiamo dimenticare tutti gli incontri che abbiamo fatto qui, contrassegnati dal calore e dalla generosità delle persone”.
I due responsabili dell’omicidio, Michele Iannello e Francesco Mesiano, furono condannati in via definitiva dalla Cassazione rispettivamente all’ergastolo e a 20 anni, nell’aprile del 1999, e si sono sempre dichiarati innocenti.
Annamaria Gnisci