Messina Denaro scoperto in Calabria prima dell’arresto a Palermo
Nuovi sviluppi svelano i retroscena della latitanza di Matteo Messina Denaro, l’ex ricercato numero uno in Italia, arrestato l’8 marzo 2023 mentre si trovava in una clinica a Palermo. Grazie a intercettazioni risalenti al 3 settembre 2016, è stato scoperto un interessante dialogo tra Nicola Accardo e Antonino Triolo, due mafiosi di Partanna nel trapanese, ignari di essere sotto sorveglianza.
La conversazione rivelava che Matteo era stato in Calabria e che era tornato, fornendo agli investigatori una traccia importante per risalire alla posizione del padrino di Castelvetrano. Si è così riaperta la pista calabrese, poiché gli ultimi elementi raccolti dagli inquirenti suggeriscono che Messina Denaro abbia fatto tappa proprio in questa regione prima di trasferirsi a Campobello di Mazara.
Secondo le informazioni emerse, Messina Denaro avrebbe trovato rifugio tra Lametia Terme e Cosenza, sotto la protezione della ‘ndrangheta. Qui, il boss avrebbe intrapreso diversi affari, tra cui il traffico di droga, dove le ‘ndrine hanno ormai consolidato il loro ruolo di primo piano. Inoltre, si sarebbe occupato della realizzazione di un villaggio turistico e di impianti eolici, un business in cui il capomafia avrebbe investito anche in Sicilia attraverso l’imprenditore Vito Nicastri.
A differenza della sua latitanza a Campobello, che sembrava quasi una vita normale, secondo gli investigatori, Messina Denaro avrebbe vissuto in Calabria una fuga simile a quella del suo storico alleato corleonese, Bernardo Provenzano. Anche lui costretto a nascondersi e a spostarsi frequentemente per sfuggire alla cattura.
Queste nuove rivelazioni gettano luce sulla rete di connessioni e alleanze tra diverse organizzazioni criminali presenti nel territorio italiano. La collaborazione tra la mafia siciliana e la ‘ndrangheta calabrese, due tra le più potenti e influenti organizzazioni criminali nel paese, è un fenomeno preoccupante che richiede un’azione coordinata delle forze dell’ordine.
Le autorità competenti devono continuare a indagare per scoprire eventuali fiancheggiatori, smantellare le reti criminali e sconfiggere il fenomeno della mafia in tutte le sue forme.
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