Si può essere multati portando cibo ai senzatetto? Evidentemente sì. La notizia non può passare inosservata in quanto sfiora l’assurdo. A Foggia, un gruppo di volontari è stato multato dalla polizia ferroviaria in quanto sprovvisti di biglietto.
I volontari dell’associazione Fratelli della Stazione sono stati multati mentre stavano portando del latte caldo e dei biscotti ai senzatetto che si aggirano nei pressi della stazione in cerca di un po’ di caldo e una sistemazione per passare la notte.
Fratelli della Stazione è un ente benefico che svolge la sua attività da circa vent’anni i cui volontari portano viveri, coperte e tutto il necessario per la sopravvivenza dei clochard che vivono in stazione.
La multa di 16,67 euro è stata fatta ad ogni volontario. I giovani hanno allora cercato di spiegare che erano lì per fare volontariato, ma invano perché gli agenti sono stati irremovibili.
“Quello che è accaduto alla stazione ferroviaria di Foggia con i volontari che danno un aiuto alimentare e coperte ai senzatetto multati dalla Polfer perchè senza biglietto, ha dell’incredibile e dovrebbe indignare tutti coloro, al di là dello schieramento politico a cui si appartenga”.
Nicola Fratoianni, esponente di Sinistra Italiana, ha commentato così l’accaduto sottolineando l’ottusità burocratica di alcuni operatori delle forze dell’ordine e augurando che la solidarietà non venga considerata un reato, segno di una deriva irrecuperabile in alcuni settori dello Stato.
Il commento dei volontari
“Oggi c’erano tanti volontari — scrive la volontaria Valentina su Facebook — ci si rivedeva dopo tanto tempo e pochi senza dimora. Siamo entrati in stazione come ogni sera, il solito giro per incontrare chi ci aspetta, siamo entrati come ogni sera per chiacchierare con chi, senza dimora, si ferma in stazione. Per portare le coperte, visto che adesso la sera è più fresco e qualcuno ce le ha già chieste. E siamo stati multati per essere in stazione senza titolo di viaggio. Abbiamo provato a spiegare chi siamo e cosa facciamo lì da più di 20 anni, siamo stati multati perché per portare latte caldo e coperte a chi vive in stazione non abbiamo fatto il biglietto…ci siamo chiesti se quello che ci stava accadendo fosse reale, ci siamo guardati negli occhi, mi sembrava di essere all’improvviso in un documentario su Rai 3, non ero preoccupata tanto per me, ma per il mio amico che ho “convinto” io a venire in stazione, lui neanche ci voleva venire a far servizio, gli ho detto “salutiamo gli altri, ti racconto le novità”. Ho fatto due chiamate, quelle importanti, di cui una all’amico avvocato… che cosa ci contestano? Che facciamo? Eravamo lì a far volontariato in stazione, sì senza biglietto, ma portavamo solo umanità …la nostra, quella di chi ci ha raggiunti sul binario o per telefono. Eravamo lì a chiacchierare con chi vive in strada. Per voi sono invisibili, noi li vediamo… E niente mi sembra di essere stata in una fiction… E mi astengo dai commenti sui modi e le parole… ancora non riesco a dormire… Ma non finisce qui”.
Altri particolari sono forniti da Emiliano Moccia, della stessa associazione al Corriere: “Al primo binario vive da tempo una donna e, mentre le consegnavamo latte e viveri, due agenti Polfer hanno chiesto i documenti a quattro nostri volontari: tre indiani e un ragazzo che in passato ha avuto qualche piccolo problema con la giustizia, ma che sta finendo di scontare nella comunità di Emmaus a Foggia e ha un permesso per l’associazione Sco di volontariato internazionale. I volontari hanno tentato di spiegare cosa stessero facendo al primo binario, ma “siamo stati multati perché per portare latte caldo e coperte a chi vive in stazione non abbiamo fatto il biglietto”.
“Poi i volontari sono stati accompagnati nella sede della Polfer e li sono stati multati di 16,67 euro” continua Emiliano: “Hanno applicato quanto stabilito dal Dpr del 1980 che vieta la sosta nelle vicinanze dei binari se non si è in possesso di un regolare biglietto del treno, in cui, tra l’altro, l’importo dell’ammenda è ancora espresso in lire. In questo periodo si parla tanto di chiusura dei porti, ma qui in realtà si stanno chiudendo anche gli spazi della solidarietà”.
Annamaria Gnisci