Lotta alla mafia in Calabria: il processo Rinascita Scott sotto la lente d’ingrandimento
La Corte d’Appello di Catanzaro ha visto negli ultimi giorni l’astensione di due giudici e la richiesta di incompatibilità per un terzo togato durante il processo di secondo grado del troncone in abbreviato di Rinascita Scott. Il caso ha suscitato molte polemiche in quanto alcuni legali hanno sollevato la questione dell’imparzialità dei giudici, poiché uno di loro si sarebbe occupato di un imputato già giudicato in altro troncone del rito abbreviato.
Il processo Rinascita Scott riguarda 74 imputati, di cui 70 sono stati condannati in primo grado. Le accuse sono gravissime e vanno dall’associazione mafiosa ai tentati omicidi, dal narcotraffico alla corruzione, passando per l’estorsione, il danneggiamento, la detenzione illegale di armi e l’usura. La richiesta di astensione da parte dei difensori degli imputati ha portato alla nomina di un nuovo Collegio della Corte d’Appello di Catanzaro, composto dai giudici Capitò (presidente), Fontanazza e Giglio.
Tuttavia, anche il giudice Capitò è stato invitato all’astensione dal difensore Diego Brancia, che ha sollevato l’incompatibilità in quanto il giudice aveva celebrato il processo d’appello in abbreviato per il troncone dell’operazione Rinascita-Nemea che interessa l’imputato Giacomo Cichello di Filandari. Tutti gli altri difensori si sono associati alla richiesta di astensione del giudice Capitò, e il Collegio ha rimesso gli atti al presidente della Corte d’Appello di Catanzaro per decidere in ordine alla posizione del giudice.
Nel frattempo, il sostituto procuratore generale di Catanzaro ha chiesto la sospensione dei termini di decorrenza della custodia cautelare per gli imputati, nonostante l’opposizione dei difensori. La situazione è delicata e potrebbe avere gravi conseguenze sul processo, che è già stato ritardato a causa delle richieste di astensione e incompatibilità dei giudici.
È importante sottolineare che il processo Rinascita Scott rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la mafia in Calabria, una regione che da anni è teatro di scontri tra le forze dell’ordine e le organizzazioni criminali. Il lavoro dei magistrati e degli investigatori è fondamentale per sconfiggere la criminalità organizzata e garantire la giustizia per le vittime.
È compito delle istituzioni garantire la sicurezza dei giudici, dei difensori e degli imputati, e fare in modo che il processo possa procedere nel rispetto delle norme e dei principi della giustizia.
Inoltre, è importante ricordare che la lotta contro la mafia non riguarda solo il mondo della giustizia, ma coin volge l’intera società. È necessario promuovere una cultura dell’antimafia e della legalità, che sensibilizzi la popolazione sui danni causati dalla criminalità organizzata e promuova comportamenti etici e rispettosi delle leggi.
Per fare ciò, è necessario investire in educazione e formazione, anche attraverso la collaborazione tra le scuole, le istituzioni e le associazioni della società civile. In questo modo, si può contribuire a creare una società più consapevole e responsabile, capace di opporsi alla mafia e alle altre forme di criminalità organizzata.
Il processo Rinascita Scott rappresenta un momento importante nella lotta contro la mafia in Calabria e nella difesa della giustizia ed è fondamentale che il processo possa svolgersi con la massima imparzialità e serenità, senza alcun tipo di interferenza esterna. È compito delle istituzioni e della società civile promuovere una cultura dell’antimafia e della legalità, che sensibilizzi la popolazione sui danni causati dalla criminalità organizzata e promuova comportamenti etici e rispettosi delle leggi. Solo così si può contribuire a costruire un futuro migliore per tutti.
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