L’inspiegabile morte di Re Cecconi, il mistero persiste
ROMA, 18 GEN 2024 – Il 3 ottobre del 1976, durante una partita all’Olimpico di Roma tra la Juventus e la Lazio, Luciano Re Cecconi segnò un gol memorabile. Quella partita, terminata 3-2 a favore della Juventus, è ancora oggi ricordata per la prestazione straordinaria del centrocampista laziale. Tuttavia, il destino di Re Cecconi prese una svolta tragica soli due mesi dopo, il 18 gennaio 1977, quando fu colpito mortalmente da un proiettile in circostanze misteriose.
La sera del tragico evento, Re Cecconi si trovava con due amici, Pietro Ghedin, compagno di squadra, e il profumiere romano Giorgio Fraticcioli. Loro si recarono in una gioielleria di Roma per consegnare alcuni campioni di profumo. La dinamica esatta di quanto accadde all’interno del negozio non è ancora chiara, ma si ipotizzò che Re Cecconi avesse simulato un tentativo di rapina per scherzo, scatenando una reazione inaspettata da parte del gioielliere, che sparò, colpendolo mortalmente al petto.
Il gioielliere, Bruno Tabocchini, venne successivamente arrestato e accusato di “eccesso colposo di legittima difesa”. Nel processo, che si svolse solo 18 giorni dopo l’accaduto, Tabocchini fu assolto per “aver sparato per legittima difesa putativa”, nonostante le incertezze sulla dinamica degli eventi. La Procura di Roma, nonostante il parere contrario del pubblico ministero, non presentò ricorso in appello.
Anche se inizialmente si ipotizzò che Re Cecconi avesse simulato una rapina, una ricostruzione successiva dei fatti suggerì che potesse non aver fatto nulla che potesse essere interpretato come minaccia. Il mistero attorno alla sua morte persiste, alimentato da testimonianze discordanti e teorie alternative, come quelle presentate nel libro inchiesta di Maurizio Martucci nel 2012.
Luciano Re Cecconi, a soli 28 anni, lasciava dietro di sé una moglie, Cesarina, e due figli piccoli, Francesca e Stefano. Le sue spoglie furono tumulate nel cimitero della sua città natale, Nerviano.
In seguito alla sua morte, la Lazio e il suo grande amico, l’ingegnere Agostino D’Angelo, inaugurano la Fondazione Luciano Re Cecconi – Contro la violenza, come omaggio al calciatore scomparso. Il Comune di Roma gli dedica un viale interno a villa Lais e intitola il centro sportivo di Nerviano a suo nome. Suo figlio Stefano ha contribuito alla memoria del padre scrivendo il libro “Lui era mio papà”.
A oltre quarant’anni dalla morte di Luciano Re Cecconi, il mistero sulla sua tragica fine persiste, alimentando la riflessione sulla giustizia e sulla verità dietro quegli eventi ancora irrisolti.
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