A 68 anni, dopo un lungo periodo travagliato, ci lascia l’attore e regista toscano Francesco Nuti, Re degli incassi con le sue commedie negli anni ’80. Nuti non c’è più. L’attore e regista, nato a Firenze il 17 maggio 1955, è morto domenica a Villa Verde, la clinica romana dove era ricoverato da tempo. Ad annunciare la triste notizia è stata la figlia Ginevra, sua tutrice legale dal 2017, che ha preferito non rilasciare dichiarazioni in questo momento di grande dolore.
Nuti è stato l’incarnazione del detto per cui i comici, in realtà, sono tristi, più di tanti altri artisti. E in effetti, Nuti ha vissuto momenti di grande tristezza, soprattutto a partire dagli anni ’90, quando, dopo una carriera brillante, ha conosciuto il mostro dell’insuccesso, quello che può consumarti senza lasciarti più andare. Ma tutto era cominciato con il vento in poppa: alla fine degli anni ’70, Francesco Nuti, che aveva già iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo amatoriale e aveva continuato anche dopo essere stato assunto come operaio in un’impresa tessile di Prato, entra a far parte del trio cabarettistico dei Giancattivi, insieme ad Alessandro Benvenuti e Athina Cenci. I tre sono divertenti e il successo arriva immediatamente in TV e al cinema (con il film “Ad ovest di Paperino”). Ma questa fortuna dura poco, perché nel 1982 Nuti decide di intraprendere una carriera cinematografica da solista, sia come sceneggiatore che come interprete protagonista dei film “Madonna che silenzio c’è stasera”, “Io, Chiara e lo Scuro” e “Son contento”, tutti diretti da Maurizio Ponzi, per poi passare anche alla regia.
Il suo esordio dietro la macchina da presa arriva nel 1985 con “Casablanca, Casablanca”, a cui seguono titoli di grande successo come “Tutta colpa del paradiso”, “Stregati”, “Caruso Pascoski (di padre polacco)”, “Willy Signori e vengo da lontano” e “Donne con le gonne”. Nello stesso periodo si dedica anche alla musica e nel 1988 partecipa al Festival di Sanremo con la dolcissima “Sarà per te”. Nulla lascia presagire che, qualche anno dopo, inizierà la sua fase discendente, dalla quale non si riprenderà mai del tutto. Nel 1994 arriva “OcchioPinocchio”, un film che Nuti riesce a realizzare dopo una lunga e travagliata produzione, ma che non ottiene il successo sperato. Anzi, è un vero e proprio flop sia per il pubblico che per la critica, tanto da convincerlo a tornare al genere di commedie che lo avevano reso famoso negli anni precedenti.
Anche questa scelta, però, si rivela infruttuosa e i tre film successivi, “Il signor Quindicipalle”, “Io amo Andrea” e “Caruso, zero in condotta”, vengono accolti tiepidamente. È in questo momento che inizia a manifestarsi la “bestia” dentro di lui: una brutta depressione che si accompagna all’alcolismo e, sembra, anche a un tentativo di suicidio. Nemmeno il ruolo da protagonista nel film “Concorso di colpa” di Claudio Fragasso, nel 2005, riesce a tirarlo fuori dal tunnel in cui è caduto.
Poi, nel 2006, arriva l’incidente che segnerà per sempre la sua vita. Alla vigilia del ritorno sul set, Nuti cade dalle scale di casa e subisce un’emorragia cerebrale che lo lascia in coma. Viene operato d’urgenza al Policlinico Umberto I di Roma e, una volta uscito dal coma, viene trasferito nell’ospedale Versilia di Lido di Camaiore, specializzato nella riabilitazione neuromotoria. Durante questo periodo difficile, Annamaria Malipiero, la donna che ha sposato nel 1992 e da cui si è separato nel 2000, dopo la nascita di Ginevra, è stata al suo fianco.
Nel 2009 Nuti lascia l’ospedale e torna a casa, sebbene ancora incapace di parlare e camminare. Nonostante le sue condizioni, si fa vedere in pubblico solo in rare occasioni: al cinema Eden di Prato per la presentazione del CD “Le note di Cecco”, realizzato dal fratello Giovanni e da Marco Baracchino; in TV nelle trasmissioni “I fatti vostri” e “Stasera che sera!”; al Mandela Forum di Firenze per festeggiare il suo 59° compleanno, organizzato dai suoi amici toscani di sempre, Leonardo Pieraccioni, Carlo Conti, Giorgio Panariello e Marco Masini.
Nel 2016 un’altra tegola si abbatte sulla sua vita. Nuti viene maltrattato dal badante che avrebbe dovuto prendersi cura di lui e successivamente viene ricoverato all’ospedale Careggi di Firenze per un’emorragia cerebrale causata da una caduta. Il percorso è lo stesso: reparto di rianimazione seguito da una lunga riabilitazione, che purtroppo non ha portato a un completo recupero. Nel 2017, quando Ginevra diventa maggiorenne, diventa la sua tutrice legale.
È importante ricordare che Francesco Nuti ha ricevuto numerosi riconoscimenti durante la sua carriera. Tra questi, due David di Donatello come attore protagonista per “Io, Chiara e lo Scuro” e “Casablanca, Casablanca”, tre nomination allo stesso premio e un Nastro d’Argento come migliore attore protagonista per “Io, Chiara e lo Scuro” e due nomination allo stesso premio.
Ha attraversato momenti di gloria e successo, ma anche periodi bui e difficili. Il suo stile comico, che nascondeva una tristezza interiore, ha conquistato il pubblico italiano negli anni ’80, ma il declino e gli insuccessi successivi hanno segnato profondamente la sua vita e la sua carriera.
Francesco Nuti rimarrà nella memoria del cinema italiano come un talento unico e versatile, capace di regalare risate e di toccare corde emotive profonde. La sua passione per la musica e il teatro ha arricchito ulteriormente il suo percorso artistico.
La sua arte rimarrà per sempre un prezioso patrimonio culturale, e le sue interpretazioni continueranno a regalare emozioni a chiunque le guardi.
Addio, Francesco Nuti. Grazie per averci regalato momenti di gioia e di riflessione, e che la tua anima possa trovare finalmente la serenità che hai cercato per tanto tempo.