Dichiarazione del Gruppo Catanzaro con Abramo:
“Abbiamo seguito con attenzione il botta e risposta degli ultimi giorni riguardo alla vicenda della direzione interregionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Crediamo, per prima cosa, che eventuali sentenze andrebbero commentate una volta rese ufficiali, e su questo punto il Tar Lazio non ha ancora notificato la sua decisione riguardo al ricorso proposto dal Comune di Reggio Calabria e dalla Città Metropolitana contro l’istituzione a Catanzaro della nuova direzione Calabria-Basilicata. Analizzando la vicenda dal punto di vista squisitamente politico, non capiamo come si possa sparare a zero esclusivamente contro l’amministrazione comunale che per difendere il ruolo e le funzioni del Capoluogo ha messo in atto tutte le iniziative del caso sul fronte giuridico-legale. L’eventuale decisione dell’Agenzia delle Dogane di rimescolare le carte rispetto alla sua precedente decisione, privando Catanzaro di una sede direzionale, non può che essere discussa chiamando in causa i parlamentari che rappresentano le forze di maggioranza. Ma su questa vicenda, continua a regnare sovrano il silenzio assoluto e preoccupante da parte di deputati e senatori eletti a Catanzaro e che dovrebbero quantomeno mostrare un segno di vita. Non ci pare di aver letto alcuna dichiarazione su un “caso” che interessa da vicino il Capoluogo e ci chiediamo, ancora una volta: quale è la posizione dei parlamentari catanzaresi Cinque Stelle-Lega sulla questione Agenzia Dogane? Una domanda che vogliamo rivolgere anche a colleghi consiglieri che, dalle file dell’opposizione, si ergono a censori di tutto e tutti e che dovrebbero chiedere il conto anche a chi, tra gli scranni di Montecitorio, è stato chiamato a difendere gli interessi del Capoluogo. Oppure la colpa è sempre e solo del sindaco e del Comune, anche quando si tratta di scelte assunte dall’alto a livello nazionale? Questo disinteresse è preoccupante e se rimarrà tale, allora, i cittadini non potranno che trarne il significato vedendo il ruolo di Catanzaro ancora una volta declassato nelle sedi romane dove si decide tutto”.