E’ passato un anno dalle elezioni comunali a Catanzaro, che ha visto la sonora sconfitta nelle ure del centro-sinistra. Una sconfitta determinata da una manifesta inferiorità politica del candidato a sindaco Ciconte. Ma, a distanza di un anno il dissolvimento continua, la coalizione creata per contrapporre una candidatura – perdente in premessa – da contrapporre ad Abramo e Fiorita, un distinguo che abbiamo iniziato noi di #FareperCatanzaro, come gruppo consiliare più consistente fra le fila dell’opposizione, giusto per marcare le distanze da Ciconte, la cui inadeguatezza era già emersa in campagna elettorale.
Mai nella nostra città si era visto un candidato a sindaco come Ciconte che evitasse il confronto televisivo con i propri avversari, Abramo in primis ma, anche lo stesso Fiorita, che nelle poche occasioni capitate avevano dimostrato una superiorità netta ed inequivocabile facendo risaltare tutte le lacune del soggetto. Eppure Ciconte riveste ruoli importanti nella società e nel mondo politico regionale, primario e presidente dell’ordine dei medici, nonché consigliere regionale di più mandati e tutt’ora sotto indagine per presunti rimborsi regionali non dovuti. Dopo di noi anche l’UDC ha preso subito le distanze, da Ciconte, con il consigliere Brutto ed è stato subito seguito a ruota dal consigliere Lostumbo.
Poi le circostanze più nette di rottura e di distinguo sono venute dalla stessa lista composta dallo stesso candidato a sindaco Ciconte, Svolta Democratica. Prima il passaggio al gruppo misto del consigliere Riccio, senza averne mai spiegato pubblicamente, come dovuto in genere da un eletto, i motivi di tale decisione politicamente importante. A tutto ciò si aggiunge non per ultimo, la presa posizione del consigliere Notarangelo che ha di fatto ha fatto scomparire dall’Aula Rossa di Palazzo de Nobili la lista di riferimento del Ciconte. E a dire il vero non è la prima volta che i consiglieri eletti nelle liste costruite, mi si passi il termine, dal navigato politico si sciolgono come neve al sole.
Era già successo nella scorsa consiliatura dove gli eletti in quella lista dopo poco tempo avevano abbandonato la stessa per convergere in altri gruppi. Un fallimento dopo un fallimento.
Oggi quindi a sostenere quel progetto politicamente fallito di Ciconte rimangono solo 4 consiglieri eletti, frutto di due gruppi consiliari il PD, che ora ne conta 3 e i Socialisti e Democratici che ne conta 1. Ma, il dato più rilevante è che delle 11 liste che sostenevano inizialmente il progetto della coalizione di centro sinistra, ne sono rimaste solo 2. Quindi chapeau a Ciconte che in meno di un anno è riuscito a trasformare una Ferrari in un triciclo.
Ove mai ci fosse una eventuale replica diffido in termini di invito il consigliere Ciconte a chiamarmi collega. Lo potrà fare solo quando avrà chiarito i suoi problemi legali.
Sergio Costanzo #fareperCatanzaro