Fiorita: “Manto erboso Ceravolo, aprire un confronto”

Stadio Ceravolo, Catanzaro Calcio

Le imprese sportive del Catanzaro e le dichiarazioni del Presidente Noto hanno riportato al centro del dibattito pubblico la questione dello stadio Ceravolo. Auspico, a tal proposito, che la decisione sul manto erboso (sintetico o naturale) possa avvenire attraverso un confronto trasparente con la tifoseria organizzata, a partire da una precisa ricostruzione degli accadimenti più recenti.

Molti ricorderanno che la ristrutturazione e realizzazione della famosa palazzina dello stadio Ceravolo si avvalse di un finanziamento Regionale mediante Fondi FAS 2000/2006 di ben 5 milioni di Euro e che il progetto venne illustrato in una apposita conferenza stampa, svoltasi presso il Comune di Catanzaro in data 29 Marzo 2013. In quella occasione  venne annunciato  – alla presenza, tra gli altri, del sindaco, Sergio Abramo, del governatore, Giuseppe Scopelliti, del progettista Antonino Romeo, dell’assessore regionale Domenico Tallini e del presidente dell’Us Catanzaro, Giuseppe Cosentino – che il campo centrale del Ceravolo sarebbe stato ristrutturato e realizzato in erba sintetica di ultima generazione, quella consigliata dalla Lega Calcio. A seguito di quella giornata vi furono diverse prese di posizione contrarie – tra tutte quella dell’on. Tallini – alla soluzione prospettata che, per l’appunto, venne silenziosamente archiviata. Sarebbe però opportuno che oggi il sindaco Abramo (prima favorevole, poi contrario, ora apparentemente di nuovo favorevole) spiegasse alla città perché allora cambiò idea e perché, eventualmente, l’ha di nuovo cambiata.

E per quanto riteniamo – come ha scritto recentemente il presidente del Catanzaro Club, Franco Rotella – che la squadra di calcio possa trascinare lo sviluppo della città, restituendo con le sue vittorie quella fiducia e quel coraggio che questa lunga stagione di malgoverno ha cancellato, resta il fatto che la cittadinanza intera ha diritto di conoscere come vengono spesi i soldi pubblici, a partire da come venne impiegata quella quota di finanziamento che doveva servire a finanziare la trasformazione del terreno di gioco e che oggi dovrà esser acquisita, almeno così pare, attraverso l’accensione di un mutuo sportivo.

Sarebbe oltremodo curioso se, come si vocifera nelle stanze dei bene informati, quella quota fosse stata destinata alla rifacimento del drenaggio dello stadio, posto che oggi è proprio il cattivo funzionamento del drenaggio a spingere verso la soluzione dell’erba sintetica.

In attesa di una risposta un piccolo suggerimento ai nostri amministratori. La tifoseria del Catanzaro ha cultura calcistica da vendere: storia, esperienza, conoscenza come poche altre. Nessuno venisse a dirci che le pessime condizioni del terreno di gioco sono determinate dall’ombra della orribile palazzina dei stinti, perché nei campi coperti del nostro Paese e di mezza Europa ci siamo stati e abbiamo visto giocare senza problemi. Piuttosto si dica ai tifosi e ai cittadini se mai è stata intrapresa qualche azione a tutela della spesa pubblica e a danno delle imprese che realizzarono quei lavori, creando e non risolvendo problemi a quel terreno di gioco che fu motivo di vanti per generazioni di tifosi giallorossi.

E nessuno pensi– nell’approssimarsi delle elezioni regionali – di ripetere l’orribile strumentalizzazione della passione dei tifosi giallorossi che fu compiuta dai vertici del centrodestra cittadino per sostenere l’elezione a presidente di Giuseppe Scopelliti.

Nicola Fiorita