Non c’è pace per Jasmine Cristallo che nonostante stia subendo da più parti una vera e propria gogna mediatica da parte di Matteo Salvini e dai suoi “fan”, si trova ora costretta a gestire una cosa ancora più pericolosa, per lei e la sua famiglia, dovuta a una “svista” fatta dall’attuale Primo Cittadino di Riace Antonio Trifoli.
Proprio così: una svista. Così ha definito il sindaco la pubblicazione dei dati sensibili della sardina catanzarese della quale è stato reso noto anche l’indirizzo di casa. Ricordiamo che la Cristallo ha ricevuto commenti pesanti e addirittura velate minacce a lei e alla figlia da parte dei “supporter” sovranisti.
Più che una svista, la superficialità del gesto è invece un atto gravissimo (e un reato) che mette in pericolo la vita di tre persone; ed è un’aggravante il fatto che la pubblicazione sia avvenuta, non per mano di un cittadino qualunque, ma di un sindaco che rappresenta una città e che avrebbe le responsabilità delle collettività di un paese.
Molti utenti del web, sostenitori di Mimmo Lucano, non hanno perso occasione per sottolineare l’inadeguatezza a rappresentare Riace in quanto Antonio Trifoli non era eleggibile poiché dipendente comunale, come spiega questo articolo del Sole 24 ore
La reazione di Jasmine Cristallo e la solidarietà del web
La Cristallo, alla notizia della “svista”, ha risposto dalla sua pagina Facebook così: “Eccovi Il signor Antonio Trifoli . Non l’ho mai incontrato di persona, ma tra poco succederà: in tribunale.”
Il web si è subito mosso in solidale nei confronti di Jasmine Cristallo che è ormai nell’occhio del ciclone.
Interpellato dall’AGI, Trifoli ha detto di aver telefonato stamane alla Cristallo, scusandosi e chiarendo di aver pubblicato per errore i dati sensibili. “La mia intenzione era soltanto quella di evidenziare il numero esatto delle persone che hanno partecipato all’iniziativa e per errore ho pubblicato sul mio profilo Facebook anche l’indirizzo di Jasmine Cristallo. Stamane le ho telefonato spiegandole questo e chiedendo scusa. Non e’ mio costume fare certe cose, anzi sono contento quando qualcuno viene a Riace per manifestare pacificamente. Io non sono Mimmo Lucano, ma non sono né leghista né razzista come spesso mi dipingono”.
Ma, a quanto pare, questa telefonata non è mai avvenuta. Almeno non di sua iniziativa.
“Il sindaco di Riace non mi ha chiamato per chiedere scusa. E’ stato il mio avvocato a contattarlo per confermargli che procederemo a querelarlo e in quella occasione mi ha chiesto scusa probabilmente per evitare di finire in tribunale ma io gli ho detto che deve vergognarsi per quello che ha fatto. Io sono solo una cittadina impegnata in politica, lui è un amministratore e rappresenta le istituzioni” (fonte: Ciavula)
Le scuse ufficiali di Antonio Trifoli
Risulta abbastanza grave la leggerezza della pubblicazione dei dati, ma anche il tentativo un po’ naif delle scuse rese note sulla sua pagina di Facebook non sembra alleggerire il contesto.
Infatti, ieri pomeriggio, il Sindaco ha scritto dalla sua pagina Facebook un post per chiarire la svista, cercando di sminuire l’accaduto:
“Per una svista, tra i tanti commenti ad un post pubblicato dalla pagina Facebook di una testata locale, è stata per breve tempo postata una nota in cui erroneamente erano visibili alcuni dati della sig.ra Jasmine Cristallo. Il post è stato da me repentinamente rimosso. A seguito dell’accaduto, ho immediatamente porto le mie più sentite scuse alla sig.ra Cristallo. Scuse che rinnovo anche in questa sede, cogliendo l’occasione per invitarla presso il Comune di Riace a conoscerci e chiacchierare personalmente. Potrà così capire di non avere davanti l’uomo che i suoi followers barbaramente le descrivono. I pregiudizi sono un male per tutti nei confronti di tutti, indistintamente.
Ad maiora”
Il messaggio di Antonio Trifoli su Facebook
La querela ci sarà e i soldi andranno a chi si occupa di accoglienza
Pare che Trifoli invece verrà querelato nonostante le scuse tardive via web.
Jasmine Cristallo comunica dalla sua pagina Facebook che la somma di risarcimento verrà donata alla Fondazione è stato il vento.
“Li donerò in toto alla Fondazione E’ stato il vento, per fare ripartire i progetti di accoglienza di Riace”.
Ricordiamo che il termine adatto a definire la svista è invece configurabile in due reati:
- divulgazione corrispondenza privata (art 15 Cost; art 21 Cost; art 616 cp; art 618 cp e art 13 L. 547/1993)
- pubblicazione di dati personali (art 5 GDPR)