La festa annuale di Gesù Bambino a Taverna, un rito profondamente radicato che unisce la comunità in una notte di gioia, preghiera e connessione spirituale
Il 6 gennaio di ogni anno, la comunità di Taverna, nella presila catanzarese, si unisce festosamente per celebrare la Festa di Gesù Bambino, noto localmente come il “Bomminuzzu”, una delle sacre immagini più venerate dal popolo di Taverna.
Al centro di questa devozione si trova una preziosa statua lignea, custodita all’interno della chiesa Monumentale di San Domenico. Questo luogo sacro non solo accoglie la figura del Gesù Bambino, ma ospita anche numerose opere del famoso pittore calabrese Mattia Preti, un nativo di Taverna che ha lasciato un’impronta artistica indelebile nella storia della regione..
I festeggiamenti prendono il via la sera del 5 gennaio, vigilia dell’Epifania, con la Santa Messa, l’accensione e la benedizione del fuoco nella piazza adiacente alla chiesa. La piazza si anima con i fuochi d’artificio e il vibrante suono della banda musicale locale. La tradizionale veglia-sagra, caratterizzata dalla degustazione di “purpetti”, “cuddureddhe” e vino, il tutto allietato dalla partecipazione della Banda musicale città di Taverna.
L’evento è interamente organizzato da un gruppo di giovani volontari tavernesi, che si impegnano con dedizione per assicurare il successo della festa.
Il 6 gennaio, la giornata inizia alle 5:00 con la Santa Messa del mattino, seguita da altre celebrazioni eucaristiche alle 9:00 e dalla Santa Messa Solenne alle 11:00. Nel pomeriggio, alle 16:00, ha luogo la suggestiva processione per le vie principali della cittadina, culminando con l'”Incontro” in piazza tra le statue di San Giuseppe, la Madonna e il Gesù Bambino, accompagnato dai suggestivi fuochi pirotecnici.
La Festa di Gesù Bambino occupa un posto di grande rilievo nella cultura tavernese, sia per la straordinaria bellezza delle celebrazioni, sia per il profondo significato che ha assunto nel corso dei secoli. Rappresenta una parte intrinseca della tradizione e del folklore che caratterizzano l’anima di questo popolo, una eredità da preservare e rinnovare per mantenere vive le proprie radici.
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