USB Calabria denuncia gravi irregolarità nel bando delle Progressioni Verticali
L’ASP di Catanzaro è al centro di una tempesta di polemiche e proteste da parte dell’USB Calabria a causa di presunte irregolarità nel recente bando per le Progressioni Verticali e delle pratiche discriminatorie nei confronti dei lavoratori. Secondo quanto affermato dall’USB, il bando sarebbe stato pubblicato in violazione di diverse norme e regolamenti, mentre la gestione dei benefit come i buoni pasto e il tempo di vestizione sarebbe ingiustamente a discapito dei dipendenti.
Secondo l’USB, il bando, che sarebbe stato emesso in base alla delibera numero 1117 del 29/09/2023, presenta numerose lacune che minano la sua legittimità. L’organizzazione sindacale ha elencato diverse irregolarità tra cui la violazione dell’articolo 52 del D. Lgs. 165/2001, che richiede una riserva del 50% per i partecipanti esterni all’Azienda Pubblica in caso di postazioni vacanti. Tuttavia, secondo l’USB, tale disposizione sarebbe stata completamente ignorata nel bando dell’ASP di Catanzaro, che prevede solo posizioni interne.
Altre criticità sollevate riguardano la mancanza del Contratto Integrativo Decentrato Aziendale (CIDA), che avrebbe dovuto avviare le procedure di progressione verticale, e l’uso di una delibera (numero 572 del 09/05/2023) che, secondo l’USB, non può sostituire il CIDA in quanto non ha coinvolto adeguatamente le organizzazioni sindacali e non ha definito elementi essenziali.
L’USB ha anche evidenziato gravi problematiche relative ai benefit dei dipendenti. In particolare, riguardo ai buoni pasto, si afferma che l’ASP non ha specificato l’importo e ha limitato l’assegnazione solo a una piccola minoranza di dipendenti. Inoltre, per quanto riguarda il tempo di vestizione, si accusa l’ASP e le organizzazioni sindacali firmatarie di costringere i lavoratori a rinunciare alla monetizzazione del tempo di vestizione, proponendo un sistema di banca ore che risulta ancora inattivo.
Secondo l’USB, l’azione dell’ASP e delle organizzazioni sindacali ha non solo compromesso i diritti dei lavoratori, ma ha anche provocato gravi conseguenze, tra cui il blocco della produttività e una perdita significativa del potere d’acquisto per i dipendenti. Di fronte a questa situazione insostenibile, l’USB ha richiesto con forza il ritiro immediato delle delibere in questione e la modifica delle politiche sui buoni pasto e sul tempo di vestizione.
In caso di mancato riscontro alle richieste, l’USB ha minacciato di dichiarare lo stato di agitazione e di segnalare le presunte irregolarità alle autorità di vigilanza della Pubblica Amministrazione. Invita anche tutti i dipendenti a informarsi e a valutare attentamente l’azione delle organizzazioni sindacali coinvolte.
Resta da vedere se l’ASP di Catanzaro prenderà provvedimenti in risposta a queste gravi accuse e se verranno apportate modifiche alle politiche contestate per garantire i diritti e il benessere dei dipendenti.