Si è svolta oggi, la seconda parte del IX corso di formazione in ematologia e oncologia – curato dal dottore Stefano Molica, direttore del dipartimento di Oncoematologia dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro – svoltasi presso la Casa delle Culture, e il cui il tema centrale è stato: “Trattamenti e modelli assistenziali innovativi in Onco-Ematologia”. Diversi i relatori che si sono succeduti nel corso delle due sessioni che hanno approfondito argomenti inerenti management, vantaggi e rischi nelle moderne terapie in onco-ematologia e – nel pomeriggio- le terapie ad esse di supporto.
<<Oggi si può pensare all’interruzione della terapia in alcuni sottogruppi, poiché abbiamo delle certezze con alcuni protocolli, che hanno comprovato questo. – ha specificato il dottore Massimo Breccia, dell’Istituto di Ematologia all’Università La sapienza Roma – Sappiamo, ad esempio, che i pazienti a basso rischio, all’esordio con lunga durata di trattamento con risposta emoregolare profonda e stabile, riescono ormai a sospendere gli inibitori e rimanere, nel 40 e 50% dei casi, senza la necessità di riprendere il farmaco nella stessa tipologia di risposta>>.
Il miglioramento della qualità di vita nei tumori ematologici è oggi un importante end Point e questo è valido anche nelle sindromi mielodisplastiche, come ribadito nel suo intervento, dal dottore Fabio Efficace, della Fondazione GIMEMA di Roma:<<I traguardi raggiunti nell’ematologia a livello terapeutico nelle diverse branche, tipo mielomi o leucemie acute, ci permettono di occuparci anche della qualità di vita dei pazienti, e oggi è diventato un must occuparsi di questo ambito. E questo è un end Point veramente importante anche in pazienti con sindrome mielodisplastica>>. – ed infine – <<Recenti linee guida internazionali sottolineano quanto sia importante valutare la qualità di vita del paziente in maniera rigorosa e scientifica e i risultati ci consentono e aiutano a capire come gestire il paziente per tutto il percorso terapeutico, e l’Italia è all’avanguardia e siamo i primi al mondo a portare ottimi risultati.>>
Risultati che si ottengono anche portando la tollerabilità delle cure a livelli superiori nei pazienti, rispetto al passato:<<La gestione dell’emesi in oncologia è diventata oramai un punto fondamentale nella cura del paziente oncologico che si sottopone a trattamenti specifici. – ha spiegato, in ultimo il responsabile del servizio terapia di supporto del polo Oncologico A.O.U di Pisa, Andrea Antonuzzo – Sicuramente la ricerca in questo ambito ha prodotto tantissimi miglioramenti e questo ha permesso ai pazienti di fare meglio i trattamenti; talaltro recentemente sono state aggiornate le linee guida internazionali del Mascc della società europea di oncologia riguardo alla terapia antiemetica e si è visto come potersi attenere alle recenti linee guida permette un incremento della miglior riuscita del trattamento oncologico stesso. Ciò vale sia in ambito oncologico che ematologico. La percezione del paziente è sicuramente più che positiva e ne trae beneficio in quanto, non avendo episodi di vomito e non accusando senso di nausea, riesce, intanto a sottoporsi alle terapie nei tempi dovuti e continua a mantenere l’appetito e una vita sociale e di relazione alta, rispetto ad un decennio fa, giovando anche nell’umore che è molto importante per la stessa serenità del soggetto in cura. Di conseguenza si è notato che cambiando i trattamenti, cambiando l’intensità degli stessi si potrebbe garantire, associando adeguata terapia antiemetica, un miglior servizio al paziente. Questi risultati non cambiano a seconda dell’età del paziente, ma si pone maggiore attenzione all’interazione che questi farmaci antiemetici possono avere su soggetti con polifarmacoterapie (la prescrizione/assunzione concomitante di due o più farmaci), verso i quali si ha un occhio di rigaurdo e indicazioni sovrapponibili.>>
L’ultimo appuntamento del IX corso in Emalogia e Oncologia, è per il prossimo 26 novembre, e si affronterà il tema: “Aggiornamenti in patologie oncologiche selezionate”.