Medici Cubani: opinioni divise sulla scelta per la sanità calabrese
La situazione nella sanità calabrese continua a essere al centro dell’attenzione mediatica, con polemiche e controversie che coinvolgono i medici cubani chiamati in emergenza per affrontare la cronica inadeguatezza delle strutture sanitarie nella regione.
Nelle ultime ore sull’argomento si è acceso un confronto tra il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Cosenza, Eugenio Corcioni, e il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. La polemica si è intensificata con dichiarazioni incrociate e, su questo tema, ha contribuito a alimentare ulteriormente la controversia anche l’intervento di Pino Scarpelli (Rifondazione Comunista).
Tutto è iniziato il 3 febbraio, sabato, quando il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Cosenza, Eugenio Corcioni, ha criticato con parole dure l’utilizzo dei medici cubani, dichiarando al Corriere della Sera che “curano le fratture degli arti con le mani, come facevano i primitivi” e aggiungendo che “nessuno di loro ha la laurea”. La risposta del governatore della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, non si è fatta attendere, bollando le affermazioni di Corcioni come “accuse ingiustificate che trasudano razzismo”.
Le tensioni sono aumentate ieri (4 febbraio), quando Corcioni ha inviato una lettera al Corriere della Sera precisando di “non avere nulla contro i medici cubani” e sottolineando la sua preoccupazione per la mancanza di controllo sulla qualità della formazione dei medici cubani, richiedendo verifiche più approfondite prima di permettere loro di operare.
La situazione si complica ulteriormente con una nota stampa di oggi, in cui Pino Scarpelli, membro del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista, critica aspramente Corcioni, definendo le sue dichiarazioni come “offensive e razziste” e suggerendo che il presidente dell’Ordine dei medici si stia comportando come “servo sciocco di qualcuno”.
La questione dei medici cubani diventa così un terreno di scontro politico e mediatico, con accuse reciproche tra le figure chiave coinvolte. Mentre Corcioni insiste sulla necessità di verifiche più approfondite sulla formazione dei medici stranieri, Scarpelli e altri difensori dei medici cubani accusano Corcioni di attaccare la dignità deontologica di questi professionisti.
L’editore sul traffico di medici cubani: una scelta discutibile per la sanità italiana
In questo contesto, il nostro editore Luigi Mussari ha contribuito al dibattito esprimendo il suo dissenso nei confronti di questa iniziativa attraverso un editoriale dal tono satirico-critico. Mussari ha ironizzato sulla scelta del presidente della Regione Calabria, Occhiuto di importare medici cubani, evitando accuratamente di intaccare la sensibilità e la professionalità di queste persone. Il nostro direttore, noto simpatizzante della musica latino-americana, ha suggerito ironicamente che anziché importare medici da Cuba, sarebbe stato più utile importare da loro la voglia di vivere e la felicità intrinseca del popolo cubano. Per Mussari, è essenziale valorizzare i giovani talenti interni e cercare soluzioni all’interno del Paese. Ha ribadito la necessità di riscrivere il futuro della sanità in Italia, concentrandosi su iniziative che promuovano la crescita e la formazione di professionisti del settore.
Questa scelta di importare professionisti dall’estero, mentre i giovani talenti cercano opportunità altrove, rappresenta solo la punta di un iceberg. Le carenze di personale sanitario sono una problematica diffusa in tutto il territorio. Forse, anziché optare per l’importazione di medici, sarebbe stato più opportuno evitare di sottoporre i nostri medici a turni estenuanti e retribuzioni inadeguate. La fuga dei nostri professionisti all’estero è un segnale tangibile che nel nostro sistema sanitario qualcosa non funziona.
Il traffico di medici cubani in Italia, oggetto di ironia da parte del nostro editore, si presenta come una soluzione momentanea che solleva critiche.
La situazione della sanità calabrese continua a essere sotto i riflettori, con la necessità di affrontare le carenze strutturali e amministrative che affliggono la regione, senza perdere di vista il rispetto e la valutazione accurata delle competenze degli attori coinvolti. La vicenda mette in luce la complessità delle dinamiche nella gestione della sanità e la necessità di un approccio equilibrato nella valutazione delle competenze dei medici stranieri chiamati in emergenza.
Dopo il caso della Calabria, che ha scatenato polemiche sulla gestione dell’emergenza sanitaria, altre regioni stanno considerando l’opzione di “importare” medici da diverse parti del mondo.