Il derby tra Cosenza e Catanzaro e i tanti perchè ancora senza risposta

questura di cosenza
questura di cosenza

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa a firma dei consiglieri comunali ,Bosco Gianmichele, Buccolieri Gregorio, Capellupo Vincenzo, Carpino Alberto, Caviano Igea, Celia Fabio, Ciciarello Emanuele, Concolino Lea, Corsi Antonio, Costa Giovanni, Costanzo Sergio, Laudadio Manuel, Levato Luigi, Lobello Alessandra, Palaia Daniela, Polimeni Marco, Riccio Eugenio, Scarpino Francesco, Sergi Danilo, Serraino Tommaso, Verrengia Anna Chiara

A circa 72 ore dai fatti del derby, ancora non abbiamo una ricostruzione veritiera e ufficiale, da parte di questura e prefettura di Cosenza, su quanto accaduto domenica. Perché?

Tutte le informazioni trapelate sulla stampa, molte delle quali risultate poi false come la presunta aggressione a bambini da parte della tifoseria catanzarese, sembrerebbero state fornite (ad arte?) proprio da fonti vicine agli inquirenti della città bruzia a giornalisti “amici”, come rivelano alcune fonti di stampa della stessa città di Cosenza, e in questo percorso di disinformazione la Rai Calabria ha avuto un ruolo strategico. Perché?

Serviva, per caso, a coprire una pessima pianificazione dell’evento e della gestione dell’ordine pubblico?

Al di là della condanna per ogni episodio di violenza appare chiaro che esistono palesi anomalie ed infatti ecco alcuni interrogativi.

Perché non si è stati in grado di gestire in modo adeguato la fase di vendita dei biglietti? E perché si è scelto di vendere un numero così esiguo di biglietti agli ospiti rispetto alle reali possibilità del settore? Il numero di forze dell’ordine era adeguato rispetto al numero di persone previste nell’evento?

Perché non si è stati in grado di garantire la sicurezza dei rappresentanti della società oggetto di aggressione in tribuna? Perché per quei fatti nessun tifoso del Cosenza è stato fermato?

Perché alla tifoseria organizzata, all’ingresso, è stato fatto fare il percorso più lungo per raggiungere lo stadio?

Perché non si è consentito l’ingresso in modo agevole e sicuro ma con fare provocatorio si è consentito l’ingresso alla tifoseria catanzarese a partita ampiamente iniziata e da un varco di meno di 1 metro?

Perché si è consentito che la tifoseria catanzarese venisse fatta oggetto durante tutta la partita di lancio di fumogeni, bombe carta, pietre, bottigliette d’acqua e addirittura venissero puntate contro il settore batterie di fuochi di artificio? Perché nel settore dei tifosi del Cosenza non sono intervenuti per fermare tali situazioni di pericolo né steward né forze dell’ordine? Perché nessuna telecamera ha ripreso?

Perché si sceglie all’uscita del settore ospiti di avere un atteggiamento provocatorio verso la festante tifoseria catanzarese?

Perché si sceglie il percorso più lungo anche all’uscita senza presidiare la famosa rotatoria del McDonald dalla quale partono, invece, oggetti contro i tifosi del Catanzaro? E perché lì nessun tifoso del Cosenza viene fermato o identificato? Perché i video che riprendono la realtà vengono tagliati ad hoc dalla Rai?

Chi ha danneggiato i bus dei tifosi catanzaresi? Perché nessuno ha tutelato le famiglie catanzaresi in trasferta a Cosenza?

Perché non si è dato credito alle testimonianze sui social di esponenti della tifoseria cosentina su quello che è realmente accaduto?

Alcune semplici domande alle quali le autorità competenti della città di Cosenza crediamo debbano dare risposte veloci e serie.  Auspichiamo che gli organi competenti facciano piena luce sull’accaduto.

Perché il rischio, certezza oggi, è che tutto ciò non faccia altro che danneggiare la città di Catanzaro e l’US Catanzaro in un momento storico e delicato. E non vorremmo che oggi i catanzaresi continuassero a pagare strane e sconosciute regie che minano sempre più a demolire il Capoluogo di Regione.

LEGGI ANCHE: Scontri post-derby a Cosenza: otto arresti per ultras del Catanzaro