La Reggina 1914, ha subito un duro colpo con l’annuncio dell’esclusione dalla Serie B. Questa sentenza è giunta dal Consiglio di Stato, che ha respinto l’appello presentato dalla società contro la decisione del Tar del Lazio, il quale a sua volta aveva rigettato il ricorso presentato contro la decisione del Collegio di Garanzia dello Sport. Quest’ultimo aveva respinto il ricorso avanzato dalla Reggina 1914 per essere riammessa al prossimo campionato di Serie B.
La questione principale che ha portato a questa situazione ruota attorno alla scadenza per il pagamento dei debiti tributari e previdenziali, fissata al 31 dicembre 2022. Il Consiglio di Stato ha sottolineato che permettere una proroga di questo termine avrebbe violato in modo evidente e inaccettabile il principio di parità di condizioni e le regole di concorrenza corretta. Questi principi richiedono che tutte le squadre adempiano in maniera corretta e uniforme ai propri obblighi fiscali e previdenziali.
Il Consiglio di Stato ha respinto le critiche avanzate dalla Reggina 1914 riguardo alla sentenza del Tar. In sostanza, ha sostenuto che una deroga al termine perentorio avrebbe compromesso l’equità della competizione e avrebbe messo a rischio la correttezza delle dinamiche concorrenziali. Questo rappresenta un segnale chiaro da parte del sistema giuridico sportivo che l’aderenza ai principi etici e finanziari è essenziale per garantire la stabilità e la fiducia nel mondo dello sport.
I giudici hanno inoltre fatto riferimento al fatto che sebbene il Tribunale fallimentare di Reggio Calabria abbia approvato una proposta di accordo di ristrutturazione del debito, questa soluzione non è stata accettata dalle autorità interessate. Di conseguenza, il pagamento parziale effettuato il 5 luglio 2023 non è stato considerato idoneo dalla FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio). Il Consiglio di Stato ha sottolineato che i termini stabiliti da un provvedimento di omologazione non possono automaticamente sovrapporsi a quelli previsti dal Manuale delle licenze. Ciò è dovuto al fatto che l’ambito sportivo possiede un grado di autonomia relativa rispetto all’ordinamento giuridico statale, e le questioni sportive vengono disciplinate dal sistema sportivo stesso.
Questa decisione del Consiglio di Stato ha profonde ripercussioni non solo sulla Reggina 1914, ma anche sulle dinamiche delle leghe inferiori. La conferma della partecipazione del Lecco alla Serie B ha scartato i ricorsi di Perugia e Foggia. Nel caso della Reggina, la decisione comporta una retrocessione al livello dilettantistico, aprendo la strada al ritorno del Brescia in Serie B dopo la retrocessione subita ai playout contro il Cosenza.
Le conseguenze dell’esclusione della Reggina 1914 dalla Serie B si riflettono anche nella Serie C. La Casertana, inizialmente destinata a far parte della Serie D, ora farà parte del girone C della Serie C, grazie alla partecipazione in Serie D dei calabresi. Questo cambia significativamente la situazione nel panorama calcistico professionistico, aprendo nuove prospettive per diverse squadre.
In conclusione, la sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un segnale forte riguardo all’importanza del rispetto delle norme finanziarie e della parità di condizioni nel mondo dello sport. La decisione avrà un impatto duraturo sulla Reggina 1914 e sul calcio professionistico italiano nel suo complesso.