Oggi trattiamo il sogno della nuova linea ad Alta Velocità Roma-Reggio Calabria nell’ambito del finanziamento PNRR da Salerno a Reggio Calabria. Naturalmente questo viaggio sulla linea virtuale lo faremo insieme ad esperto del settore Mimmo Semina.
<<Attualmente -dichiara il sindacalista- l’intera tratta indicata consente un tempo minimo di percorrenza (vedi Freccia rossa) di 5h e 5 minuti, su una distanza di 671 km, ad una velocità massima di 300 km/h. Superato Salerno la percorrenza media scende a circa 160 km/h, con punte massime di circa 200 km/h.
Le nuove proposte di RFI, elaborate da Italfer, indicano una riduzione dei tempi di percorrenza notevoli: 3h e 40 minuti ad una velocità media tra i 250 ed i 300 km/h. Con una moderata velocità nei pressi di Praia a mare, a 160 km/h.
L’intero progetto verrà realizzato in lotti, i lotti funzionali -prosegue Semina- verranno così suddivisi:
– Lotto 1a: Battipaglia–Romagnano
– Lotto 1b: Romagnano–Buonabitacolo
– Lotto 1c: Buonabitacolo–Praia a mare
– Lotto 2: Praia a mare–Tarsia
– Lotto 3: Tarsia –Cosenza
– Lotto 4: Cosenza–Paola–Lamezia
– Lotto 5: Lamezia–Gioia Tauro
– Lotto 6: Gioia Tauro–Reggio Calabria
La linea ferroviarie a il nuovo piano
Entro giugno 2022 va completato il PFTE (Piano di Fattibilità Tecnica ed Economica). La Relazione di sostenibilità per l’Impatto Ambientale prevede studi geologici, geomorfologici, idrogeologici e sismicità, archeologici, impatto acustico, barriere antirumore ed armonizzazione del progetto nel contesto locale. Tali parametri dovrebbero consentire una valutazione paesaggistica ed un’incidenza ambientale ottimali.
<<Tuttavia -dichiara Semina- la scelta politica è in controtendenza con i criteri suaccennati: la nuova linea ad AV da Praia a mare dovrebbe percorrere l’entroterra fino a Tarsia e poi giù fino a Cosenza. Da Cosenza il ricongiungimento costiero a Paola attraverso la nuova galleria di raddoppio del Santomarco (piano d’investimento 1,2 miliardi di euro, già finanziato con Fondo Nazionale Complementare, lunghezza 22,5 km con percorrenza sotterranea di 17 km).
La realizzazione del passaggio nell’entroterra -prosegue- implicherebbe il traforo del Parco Nazionale del Pollino. Le conseguenze sarebbero devastanti a causa della compromissione dell’Ecosistema della Sila. L’intercettazione delle falde acquifere e la sostanziale compromissione dei parametri suindicati andrebbero sommati al danno economico derivante ed all’ allungamento dei tempi di percorrenza che passerebbero da 3h e 40 minuti ad oltre 4h. Infatti, il nuovo tracciato Salerno–Reggio Calabria creerebbe, caso unico al mondo, un allungamento del percorso dagli attuali 393 km a 445 km. Il costo complessivo dell’opera lieviterebbe dai 22,8 miliardi di euro attualmente previsti con un incremento aggiuntivo di 2,5 miliardi. Il costo medio del traforo sarebbe di 50 milioni di euro al km. Si avvicina, in versione moderna, su ferrovia, lo spettro di una riedizione della deviazione dell’autostrada A3, realizzata ai tempi di Giacomo Mancini. E’ stata una scelta che tante polemiche roventi ancora oggi accende sia per il notevole aumento dei tempi di percorrenza che per il costo di vite umane a causa della precaria sicurezza del tracciato.
Esiste -prosegue Semina- un documento condiviso dai Professori Universitari ordinari di Trasporto delle Università Calabresi e Siciliani che indica la prospettiva di un collegamento in meno di 3h, esattamente 2 ore e 50 minuti, e ad un costo più basso realizzando un tracciato più consono alle esigenze delle popolazioni interessate. Se per assurdo venisse assecondata la logica di collegare l’Alta Velocità ai centri urbani in generale, ad come Catanzaro, Crotone, Vibo, ecc, avremmo un percorso a zig zag sicuramente irrazionale e poco funzionale.
Tra le note positive -conclude- gli esperti indicano un abbattimento annuo di 2,3 milioni di tonnellate di emissioni di Co2 ed un incremento medio del Pil del 7% nelle zone d’Italia a forte crescita infrastrutturale e strettamente collegate allo sviluppo TAV.
Il trasporto su rotaia sia merci che passeggeri dunque conviene e rappresenta un futuro non più procrastinabile.
Il campanilismo e gli interessi di parte ancora una volta potrebbero tuttavia ostacolare seriamente le dinamiche del progresso turistico ed economico utili per la collettività. In che modo concretizzarlo rappresenta un dibattito sempre aperto per il nostro domani.>>