Riceviamo e pubblichiamo nota di Alfredo SERRAO (Presidente Associazione I QUARTIERI)
Il punto di partenza è uno solo, non ci piace più la città tutta in blu, non ci piace una città puffa!
Catanzaro non può continuare ad essere una città puffa, ma non buffa, visto che i cittadini non ridono più. Non possiamo perché la colorazione imposta è una forzatura che ha il sapore dello sgarbo politico, consumata dall’Amministrazione municipale che volutamente ha precluso ogni tipo di interlocuzione.
E’ finita non tanto la luna di miele di questa “nuova” Amministrazione con la città, quantomeno sul piano della risposta ad impegni politici che hanno una valenza diversa dalle promesse – quelle che sono alla deriva giusto perché appartengono ai marinai – è finito il matrimonio della città con il sindaco Sergio Abramo. Si sta consumando un divorzio silenzioso con la città di Catanzaro e, come ogni divorzio all’italiana, si celebra nell’incomunicabilità fra i coniugi, dove l’acredine diventa valore che è sempre non positivo.
Questa frattura trova una sua conferma sui social, dove oggi gli auguri di Ferragosto del sindaco Sergio Abramo hanno riscosso un centinaio di “like”, diversamente dallo scorso anno, quando la risposta era stata almeno cinque volte superiore. Sarà un caso? Qualcuno vorrà leggere il dato minimizzandolo? Sarà che i fans del sindaco si sono distratti?
A questo nessuno può fornire una risposta, allo stesso modo nessuno può spegnere sui social il democratico dissenso, come pare si uso fare e chiedere nella schiera dei consiglieri comunali, quelli trasparenti, che hanno trasformato la massima assise in un ritrovo inesistente politicamente, un poco come le presunte commissioni consiliari…
Di certo la risposta dovrebbe interessare il sindaco Abramo, se il cosiddetto modello Catanzaro può ancora essere non tanto esportato, quanto duplicato. Le evidenze sono di certo ad Abramo non favorevoli, la perdita di appeal ed un eventuale débâcle, oggi sono da mettere in conto sul piano politico, già perché in meno di un anno si è dilapidato un intero patrimonio.
Chi volesse domandarsi il perché, la risposta è semplice. Passa dalla tassa Cavallaro sui carrellati della differenziata – un’altra imposizione suicida di una maggioranza politicamente incapace – per approdare alle strisce blu.
Su quest’altra scelta scellerata ci si è giocato quanto restava in termini di credibilità e di correttezza, soprattutto istituzionale. Non serve oggi rincorrere ed inventarsi responsabili presumibilmente in ambito AMC, quando la delibera di Giunta 173 del maggio 2018 è stata proposta dall’assessore competente – il sindaco Abramo – su uno studio del Comando dei Vigili Urbani che hanno previsto il numero degli stalli e le vie interessate. Se c’è qualcuno che deve subire una procedura disciplinare (?) non è chi è stato incaricato su uno studio, probabilmente fatto su Google Maps (?), il personale AMC, bensì l’assessore delegato e sindaco Sergio Abramo.
Tutto questo ci dispiace, quantomeno in termini politici atteso che noi abbiamo creduto nell’uomo e nell’amministratore, un poco meno nel materiale umano in Consiglio Comunale e in Giunta, dove la maggioranza non esiste, salvo la logica del selfie e dove l’opposizione perde in operosità e la sua consistenza la misura solo in veline stampa. Non ci aspettiamo alcuna forma di baratto né politica, né amministrativa, ci aspettiamo un pizzico di rispetto come cittadini.
Lo stesso ragionamento tocca oggi, dopo la triste vicenda di Genova, la valutazione del rischio sul ponte Morandi, dove ci sembra esista un ordinanza sindacale di un anno addietro, che inibisce ed inibiva il transito dei mezzi pesanti e dei pullman, AMC inclusa. Ci domandiamo perché la stessa non viene rispettata e cosa fanno i Vigili Urbani? Forse valutare seriamente l’esercizio del potere, risparmierà qualche fischio che è protesta, come gli ultimi che sono cronaca nazionale.