Ritrovata la neonata rapita a Cosenza: i rapitori festeggiavano con parenti ignari
COSENZA, 21 GEN 2025 – Lieto fine per la vicenda della neonata rapita nella clinica “Sacro Cuore” di Cosenza nel pomeriggio di oggi, martedì 21 gennaio. La piccola, portata via intorno alle 18.30, è stata rintracciata dalle forze dell’ordine e sta bene. Il rapimento, che ha tenuto con il fiato sospeso l’intera comunità, si è concluso con il fermo di due persone, sorprese nella loro abitazione mentre festeggiavano la “nascita” con parenti del tutto inconsapevoli della drammatica verità.
Una donna travestita da infermiera
Secondo quanto riferito da Adnkronos, il rapimento sarebbe stato orchestrato da una donna che si sarebbe finta infermiera per sottrarre la piccola dalla struttura. Dopo aver prelevato la neonata, la donna avrebbe lasciato la clinica presumibilmente utilizzando un autobus per allontanarsi. Grazie al sistema di videosorveglianza e all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine, i responsabili sono stati identificati e la bambina è stata recuperata in tempi rapidi.
La gioia della famiglia
“La bambina sta bene, ho parlato con il maresciallo dei carabinieri,” ha dichiarato in lacrime Mario Cavoto, nonno della piccola, ai microfoni di Adnkronos. “Ringrazio le forze dell’ordine per il loro lavoro impeccabile. Sono stati rapidissimi. È stato un incubo: mio figlio mi ha chiamato per dirmi che la bambina era sparita dalla clinica. Ho subito allertato il 112 e abbiamo vissuto ore di panico. Per fortuna tutto si è risolto per il meglio.”
Sicurezza sotto esame
L’episodio si è verificato durante l’orario delle visite, un momento in cui la clinica registra un maggiore afflusso di persone. Saverio Greco, legale rappresentante del gruppo IGreco, proprietario della clinica, ha spiegato che i rapitori sono riusciti a entrare dichiarando di essere parenti di un paziente. “Per fortuna il sistema di videosorveglianza ha funzionato, permettendo alle forze dell’ordine di intervenire tempestivamente. In clinica entrano molti parenti per portare regali o dolci, e non chiediamo i documenti a tutti. Spesso veniamo accusati di essere troppo fiscali nei controlli, ma quanto accaduto ci costringerà a rivedere il sistema di gestione degli ingressi.”
Una vicenda che lascia il segno
La rapida risoluzione del caso ha evidenziato l’efficienza delle forze dell’ordine, ma ha anche acceso i riflettori sulla necessità di potenziare le misure di sicurezza nelle strutture sanitarie. Quella che poteva trasformarsi in una tragedia si è conclusa con un sospiro di sollievo per la famiglia e per tutta la città di Cosenza, che ora guarda a un futuro con protocolli più rigidi per evitare il ripetersi di episodi simili.
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