Coldiretti con una circostanziata nota al Presidente Oliverio, al DG Salvino e ai Dirigenti Competitività Giovinazzo e Autorità di Gestione Zanfino chiede rettifiche al secondo bando del “Pacchetto giovani” poiché come è formulato “risulta lesivo dei diritti di tutti giovani che sono in attesa da oltre due anni”. Insomma c’è molto da correggere per Coldiretti. Partiamo dall’inizio. Nelle disposizioni attuative riferite alla opzione giovani che hanno partecipato al bando 2016, la cui domanda è risultata non ricevibile, non ammissibile o non finanziabile, con istanza di riesame che dopo 9 mesi risulta non istruita, – scrive Coldiretti – c’è la formulazione di intendere la nuova domanda quale “rinuncia tacita”. Tale eccezione – evidenzia Coldiretti – è una sorta di “colpo di spugna” penalizza i giovani anche nei diritti costituzionali cioè negando loro la possibilità di costituirsi in giudizio e pertanto – afferma perentoriamamente- non può trovare condivisione. La sola presentazione di una domanda -chiosa Coldiretti – non garantisce i giovani nell’ immediato e nel futuro, in quanto l’esito della nuova domanda è sempre incerto. Insomma , il diritto del “giovane” di partecipare al bando, si ritroverebbe sottoposto ad una “condizione” (disciplinata dal c.c. art. 1353) cioè di rinunciare al riesame, tipica del “negozio giuridico”, in un contesto peraltro che non ha nulla di contrattuale!! La rinuncia troverebbe giusta applicazione solo dopo e non prima, l’esito della finanziabilità della nuova domanda. Altra anomalia è l’incremento del punteggio minimo da 20 a 35 punti pari al 58.33% del punteggio massimo attribuibile, in netto contrasto alle raccomandazioni della Commissione Europea di dover garantire la massima partecipazione e selezione basata sulla qualità dei progetti. Coldiretti ne chiede la rettifica perché troppo penalizzante e discrezionale e ancora perché favorisce l’esclusione e non il recupero. Inoltre i 35 punti creano disparità di trattamento con le domande finanziate con il precedente bando con punteggio inferiore. Altro elemento critico è il tetto sugli investimenti. La Coldiretti chiede che venga rivolto esclusivamente per le nuove proposte mentre, per le domande di conferma deve essere resa facoltativa l’opzione di arrivare all’importo richiesto nella domanda 2016, al fine di garantire la prevista riproposizione del progetto. Ed ancora. Il tetto di spesa di € 200mila del nuovo bando è in palese antitesi all’incremento a 35 punti quale valore minimo di ammissibilità della domanda. Ma anche la dotazione finanziaria presenta interrogativi ed incertezze. Infatti, l’importo delle risorse per l’insediamento (15 Mln/Euro), bastano per circa 300 domande ed è nettamente sottodimensionato rispetto all’obiettivo di concedere una concreta opportunità ai circa 1.500 giovani del precedente bando oltre i tanti altri nuovi giovani che che faranno domanda, confliggendo quindi con gli intendimenti e auspici “politici” dello stesso bando. Dalle anomalie descritte – suggerisce Coldiretti – emerge la necessità di concludere il riesame entro il 30 settembre p.v., in quanto se a distanza di due anni dal bando e 9 mesi dalla pubblicazione della graduatoria degli esclusi, i riesami rimangono appesi, questo non può ripercuotersi a danno dei giovani agricoltori che si ritroveranno a decidere tra l’attesa della graduatoria definitiva (accoglimento del riesame) ed un’eventualità di finanziamento: una bella differenza! “I giovani agricoltori – commenta Molinaro- non sono numeri che il Dipartimento Agricoltura deve gestire”. Già – annota Coldiretti – tra i giovani agricoltori cresce la delusione!