“Dire no all’agropirateria e alle frodi alimentari è, ovunque, una priorità ma, alle nostre latitudini, assume una connotazione ancora più importante”. Lo sottolinea il presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto nell’esprimere soddisfazione per l’approvazione nel Consiglio dei Ministri del disegno di legge sui reati agroalimentari che fa diretto riferimento al testo di riforma predisposto da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti.
“In Italia – continua – il volume d’affari annuale del business delle agromafie è salito a 24,5 miliardi e quindi la riforma dei reati in materia agroalimentare è davvero importante“.
“La riforma – sottolinea Aceto – aggiorna le attuali e antistoriche norme risalenti anche agli inizi del 1900 che vanno: dalla lotta all’agropirateria e al falso made in Italy all’introduzione del reato di disastro sanitario fino alla possibilità di assegnare in beneficenza, alimenti e bevande confiscati che, seppure non commerciabili, siano utilizzabili e non dannosi per la salute”.
Sul territorio calabrese, come nel resto d’Italia operano aziende serie che devono essere tutelate, così come i prodotti tipici della nostra regione, tra cui ad esempio l’olio extravergine, che è invenduto e sconta prezzi bassissimi e sta avendo contraccolpi feroci proprio a causa di una legislazione a maglie larghe.
Nei 14 articoli che compongono il disegno di legge si rafforzano gli strumenti normativi contro illeciti agroalimentari: frodi, contraffazioni e agropiraterie.
Il testo mira ad assicurare massima protezione alla filiera alimentare sin dal momento della produzione: sia a tutela del consumatore sia a tutela delle eccellenze agroalimentari.
“Le agromafie – aggiunge – non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocano l’imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine delle produzioni e il valore del marchio Made in Italy: ne vengono penalizzate, di conseguenza, le imprese agricole italiane che operano onestamente e nella legalità”.
“Le mafie – sottolinea la Coldiretti Calabria – operano attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto “pizzo” anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, caporalato e truffe nei confronti dell’Unione europea”.
“Ma – continua Coldiretti – viene condizionato anche il mercato della compravendita di terreni e della commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy di cui la Calabria con le sue unicità è un pezzo significativo. Lla creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding, che colpisce, ad esempio, le nostre eccellenze, e genera in Calabria un furto di identità per le nostre produzioni stimato in 1,5miliardi di €uro”.
“Certamente grazie alla magistratura e alle forze dell’ordine si stanno ottenendo ottimi risultati nell’attività di contrasto e questo conferma la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione – precisa il Presidente di Coldiretti Calabria nel sottolineare che – l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che per questo va perseguita anche attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone”.