Flai, Fai e Uila Calabria, nel rispetto delle restrizioni dovute alla pandemia, il 30 aprile si ritroveranno davanti alla Prefettura di Catanzaro per fare giungere forte e chiaro al governo il loro profondo disappunto verso il Decreto Sostegni, che ha colpevolmente escluso da ogni aiuto i lavoratori agricoli stagionali.
Il paradosso è che il governo riconosce lo stato di crisi delle aziende agricole e le aiuta con la decontribuzione e con i sostegni commisurati alla loro perdita di fatturato, ma al contempo non si pone affatto il problema dei lavoratori stagionali che in quelle aziende lavorano e che hanno perso milioni di giornate di lavoro nell’anno 2020, considerato che molti di loro non sono riusciti neanche ad arrivare alla soglia delle 51 giornate lavorative per potere avere accesso ad un minimo di tutele assistenziali e previdenziali.
Singolare è anche che il Decreto riconosca il bonus per gli stagionali del turismo, ma si guarda bene dal farlo per i lavoratori che prestano la loro opera negli agriturismi o nelle aziende florovivaistiche. Così come non poco anomalo appare il fatto che il bonus venga regolarmente riconosciuto ai dipendenti stagionali delle aziende commerciali, ma non a quelli delle cooperative agricole.
Sorprende come nessuno nel governo si sia accorto di queste “sviste” imperdonabili che si sono tradotte, nella realtà, in una ingiustificata e ingiustificabile penalizzazione per quasi un milione di lavoratori, da sempre precari, che l’emergenza sanitaria, ancora in corso, ha fatto precipitare, insieme alle loro famiglie, in una condizione di povertà estrema, specie in un territorio come quello calabrese dove la maggior parte dei nuclei familiari è monoreddito.
Le tante persone che, non per colpa loro, non sono riuscite a raggiungere i requisiti minimi per accedere alla disoccupazione agricola, non possono essere lasciate senza sostegni. Non sono lavoratori di categoria inferiore. Si tratta di quei lavoratori e di quelle lavoratrici agricoli, definiti dal governo essenziali per tanti mesi, perché hanno garantito, durante i periodi più bui della pandemia, cibo fresco sulle tavole di tutti gli italiani, che non possono non essere ascoltati, che non possono non ricevere risposte positive dallo Stato.
Del resto, non chiedono la luna, chiedono alcune misure di buonsenso, indispensabili per la loro tutela e per la loro sopravvivenza, come il riconoscimento per l’anno 2020 delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019, ai fini della tutela assistenziale e previdenziale; l’introduzione del bonus per i lavoratori agricoli stagionali e la sua compatibilità con il reddito di emergenza; l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato delle imprese cooperative e dei loro consorzi; forme adeguate di tutela dei lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi, dovuti anche ai parassiti, come la cimice asiatica, Xylella del Nord; il riconoscimento per i pescatori di una cassa integrazione stabile, vista la forte riduzione delle attività pescherecce.
Ma Flai, Fai e Uila Calabria non si limitano a queste rivendicazioni, essenziali per fare respirare i lavoratori stagionali di un settore strategico per il futuro della Calabria e dell’Italia, guardano ad un orizzonte più amplio, ad un percorso virtuoso e lungimirante che aiuti il comparto a mettere le ali per divenire credibile volano di autentico sviluppo, sostenibile e capace di dare dignità al lavoro agricolo.
Il sindacato unitariamente chiede di riconoscere la “clausola sulla condizionalità sociale” nella Politica agricola comune (PAC), per fare in modo che i contributi europei vadano solo a quelle aziende che rispettano i contratti di lavoro e le leggi sociali; esprime la propria contrarietà al tentativo di semplificare ancora di più l’uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori; sollecita la parte datoriale a riprendere le trattative, visto che sono bloccate in quasi tutti i territori, per arrivare rapidamente al rinnovo dei contratti provinciali, che dovranno aprire la strada ad un approccio nuovo nelle relazioni tra imprese e sindacato, per costruire insieme la base sulla quale far crescere e prosperare l’agricoltura del futuro.
Flai, Fai e Uila Calabria, lo hanno sempre dimostrato, amano proporre più che protestare, ma se gli interlocutori si mostrano, come si stanno dimostrando, sordi alle loro giuste richieste, la risposta non può che essere quella di manifestare con fermezza, anche se nel pieno rispetto delle leggi, il loro motivato disappunto. Ecco perché, in mancanza di risposte adeguate da parte del governo la manifestazione del 30 aprile non sarà che una tappa di un percorso di pacifiche, ma ferme proteste al fine di ottenere il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, appartenenti ad un settore che merita rispetto perché rappresenta la spina dorsale del sistema produttivo regionale e nazionale.
I Segretari Regionali di FLAI CGIL Bruno Costa, FAI CISL Michele Sapia, UILA UIL Nino Merlino.