Delle origini del bergamotto si sa veramente poco. Da dove provenga, quali mani lo abbiano portato in Calabria in tempi sicuramente lontani, è un vero mistero. Poiché la sua storia è così enigmatica e sconosciuta, le leggende intorno alla sua nascita vengono tramandate da generazioni. Ma per nostra fortuna alcuni documenti storici attestano qualche data e un po’ narrano la sua esistenza in tempi lontani.
Alla corte di nobili dai gusti raffinati
Agli inizi del ‘700, il pittore Bartolomeo Bimbi, che dipingeva i suoi quadri di natura morta presso la corte dei Medici, disegnò su una sua tela un bergamotto, descrivendolo come una ‘pera bergamotta’. Questo ci regala quantomeno una data certa in cui il bergamotto era sicuramente in Italia.
Lo chef di corte, Bernardo Buontalenti, molto conosciuto e apprezzato per le sue creazioni culinarie, stupì la corte creando un sorbetto composto da “una crema aromatizzata con bergamotto, limoni ed arance”, refrigerata con un trattamento di sua invenzione.
Sempre nel ‘700, nel libro dal titolo “Relazioni d’alcuni viaggi“, Giovanni Targioni Tozzetti raccontò della ricca agricoltura proprio in Toscana. Descrivendo le serre delle famiglie benestanti in cui si coltivava anche il bergamotto.
Il primo grande successo del bergamotto si verificò in Francia, alla corte di Luigi XIV, tra i fasti di Versailles. Un gentiluomo siciliano, Francesco Procopio, proveniente da Palermo o dalla provincia di Catania, si presentò alla reggia portando con sé dei fusti di rame che contenevano un misterioso liquido dal profumo intenso. In quell’acqua ambrata erano concentrate le proprietà di un agrume da lui scoperto durante il passaggio dallo stretto di Messina.
“Fu l’inizio della sua fortuna. L’acqua al bergamotto (era questo il nome del misterioso liquido) inebriò e conquistò tutti i presenti. A Versailles in quell’epoca c’erano circa 15.000 persone tra nobili, dame, cortigiani e servitù: una platea davvero d’eccezione per un debutto altrettanto fuori dell’ordinario. L’acqua al bergamotto, infatti, dimostrò di possedere delle eccezionali proprietà igienizzanti in grado di porre rimedio ai problemi provocati dal divieto vigente dell’uso dell’acqua, responsabile secondo la classe medica di quell’epoca, della diffusione della peste e di tante infezioni. Il portentoso liquido donò agli ambienti regali una nuova, inusitata freschezza e una salubrità più consona alla maestà del luogo.” (Consorzio della Tutela del Bergamotto)
Il bergamotto è ancora oggi un mistero botanico
Ovviamente viene da chiedersi: da quanto tempo esisteva in Calabria?
Sicuramente, l’origine di questa pianta tipica del territorio ionico di Reggio Calabria e riconosciuta D.O.P., risale a molto tempo prima. Ancora oggi, il bergamotto costituisce un vero e proprio mistero botanico.
Secondo una leggenda tanto intrigante quanto poco credibile, il frutto dovrebbe provenire delle Canarie o delle Antille. Sempre secondo questa misteriosa storia, pare che fu lo stesso Cristoforo Colombo a portare la pianta con sé dopo avere scoperto le Americhe.
Un’altra leggenda racconta che le origini possano essere ricondotte in Cina. Alcuni studiosi danno la provenienza dalla Grecia e altri ancora dalla Spagna.
Si racconta di un moro proveniente dalla Spagna che vendette un ramo di bergamotto per diciotto scudi ai signori Valentino di Reggio Calabria. La famiglia Valentino innestò il ramo su un arancio amaro, in contrada Caterina dove avevano dei terreni di loro proprietà. Alcune storie vedono questo “moro” nella figura di un turco. “Berg a mudi” in turco significa “pera del Signore” e pare si possa ricondurre alla prima forma del bergamotto.
In ogni caso, la leggenda legata alla famiglia Valentino segna l’inizio del legame tra il bergamotto e Reggio Calabria.
Sicuramente esso esisteva già nel XIV secolo. Infatti, all’epoca si parlava di un frutto raro e unico chiamato limon pusillus calaber. Quindi la tesi che sia un frutto autoctono sembra la più accreditata.
Reggio Calabria e le origini
Il colore giallo potrebbe indicare che l’agrume sia una mutazione genetica del limone, dell’arancia amara o della limetta ma questa tesi non è condivisa da tutti i botanici. C’è chi afferma che il bergamotto appartiene a una specie ben distinta (Risso e Poiteau) e chi lo classifica come una sottospecie dell’arancio amaro (Swingle). Tra l’altro, se si pianta un seme di bergamotto, la piantina che nasce non è bergamotto ma arancio amaro (o selvatico) e solo in un secondo momento quest’ultimo può essere innestato a bergamotto. (Consorzio della Tutela del bergamotto)
Il frutto cresce unicamente in una fascia ionica di circa 150 km nel territorio di Reggio Calabria. Certo, la città è stata una delle prime a essere fondate dagli antichi greci, ma in oriente non c’è alcuna testimonianza della presenza della pianta. Considerato anche i mezzi di trasporto poco avanzati, la provenienza territoriale calabrese sembra l’ipotesi più probabile e credibile.
Se grazie alla famiglia Valentino si possono gustare oggi i frutti del bergamotto, facendo riferimento a quel “moro” spagnolo, pare che fu invece un certo Carlo Menza a portare a Reggio e ai Valentino un alberello.
“Ma il 21 dicembre del 1763, Giovanni Costantino e Ignazio Candiloro si impegnano a consegnare, nel successivo mese di settembre 1764, a Domenico Iaria, dieci libbre ‘di spirito di bergamotto di buona qualità, mercantibile e recettibile’.
Questo contratto può costituire l’atto di nascita dell’industria essenziera reggina!” (Francesco Arillotta, storico)
Se è vero che le sue origini sono misteriose, il suo particolare sapore, il profumo apprezzato in tutto il mondo e le sue qualità organolettiche oggi sono invece una certezza.
Un frutto che racconta della Calabria e delle sue unicità.
Per approfondimenti: Sito Consorzio Tutela del Bergamotto