Il fagiolo poverello è ufficialmente il nuovo presidio slow food in Calabria.
Esso si coltiva da tempi remoti soprattutto nel Parco Nazionale del Pollino, nei paesi montani della Calabria Cosentina tirrenica.
Si presenta con la buccia bianca e sottile e dalla forma ovoidale.
La sua cottura è semplice, ma richiede un ammollo di circa un’ora.
La prima semina avviene nel mese di giugno. La pianta è rampicante, quindi è normale trovarla aggrappata ai paletti di castagno.
Richiede molta acqua e non necessita di diserbante chimico. Le erbe infestanti devono essere estirpate solo manualmente. Ciò che potrebbe aiutare la crescita è unicamente del letame maturo.
La sua raccolta avviene nei mesi di ottobre e di novembre. Si tratta di una raccolta che è esclusivamente manuale, quando i baccelli si presentano secchi. Una volta raccolti, si fanno essiccare per qualche giorno sui tradizionali cannizzi. Sempre manualmente i fagioli vengono sgranati e puliti dalle impurità del terreno.
L’area del Pollino è ricca di ricette fatte con questo ingrediente. Sicuramente quella più tradizionale potrebbe essere la classica pasta e fagioli calabrese con olio evo locale, peperoncino piccante e la zafarana. La sua cottura ideale è lentissima, magari dentro un camino, all’interno di una pignatta di creta.