Avete mai sentito parlare del grano arso? È un grano poco conosciuto, ma non per questo meno importante degli altri. Il prezioso cereale era consumato principalmente nel sud Italia, specialmente in Puglia e in località non molto ricche.
La sua storia è antica, infatti il grano arso cioè bruciato è quello caduto in terra, nella vegetazione, durante la mietitura. Per recuperare questo grano ormai difficile da raccogliere occorreva bruciare le stoppie, residui d’ erba lasciati qua e là dopo la raccolta. I contadini mettevano da parte i chicchi bruciati, che insieme ad un po’ di farina bianca, potevano essere utilizzati nei modi più disparati.
Oggi la combustione dei chicchi è considerata cancerogena, quindi il grano non viene più bruciato, ma i suoi chicchi vengono tostati, quindi l’attuale grano arso non corrisponde più a quello di una volta. Il grano tostato comunque ha un sapore gradevole di legna, nocciole e caramello.
Grano arso integrale
È un grano integrale e contiene una bassa concentrazione di glutine. Questo cereale ha un buon apporto di sali minerali e proteine.
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Chef provenienti da ogni luogo si sono appassionati a questa cultura proveniente dal mondo della terra, sviluppando piatti di ogni tipo a base di grano arso. Grazie alla unicità e peculiarità di questo cereale la Puglia viene sempre più spesso menzionata da cuochi provenienti da diverse parti del mondo.