Danni e difficoltà: gli allevatori lottano contro gli attacchi dei lupi
“Dopo la piaga dei cinghiali che ha messo a dura prova la sopravvivenza degli insediamenti agricoli, ora si registrano sempre più numerose aggressioni alle mandrie di bestiame da parte dei lupi.”
Questo è l’allarme lanciato dall’Associazione Italiana Coltivatori di Cosenza, che parla di una “nuova emergenza per gli agricoltori e gli allevatori del comprensorio Pollino-Sibaritide.”
“L’ultimo episodio, come riportato in un comunicato stampa dell’AIC, si è verificato a Paludi. Un’azienda agricola nella contrada Pizzuti ha subito di recente l’uccisione di 4 vitelli e una bovina adulta, trovata esanime all’interno dell’area di proprietà. L’Associazione Italiana Coltivatori di Cosenza, tramite la propria struttura, ha già preso provvedimenti per compensare l’azienda per la perdita economica subita. Tuttavia, denuncia le difficoltà affrontate dagli allevatori, che oltre a subire i danni causati dagli attacchi dei lupi, devono anche sopportare l’onere dello smaltimento delle carcasse degli animali uccisi. Nessuno risarcisce gli allevatori poiché non si trovano in un’area protetta, eppure si impongono loro le spese per lo smaltimento degli animali abbattuti“
Negli ultimi anni, le comunità agricole del comprensorio Pollino-Sibaritide hanno affrontato numerosi ostacoli alla loro sussistenza. La proliferazione dei cinghiali selvatici ha rappresentato una minaccia significativa per i loro raccolti e ora è emersa una nuova minaccia: i lupi che predano il bestiame.
L’Associazione Italiana Coltivatori di Cosenza ha lanciato l’allarme, attirando l’attenzione sul crescente numero di attacchi alle mandrie di bestiame. L’ultimo episodio si è verificato a Paludi, dove un’azienda agricola nella contrada Pizzuti è stata vittima della perdita di quattro vitelli e di una bovina adulta. Il corpo esanime della bovina è stato scoperto all’interno dei confini della proprietà, sottolineando la gravità della situazione.
In risposta alla crisi, l’Associazione Italiana Coltivatori di Cosenza ha preso immediatamente provvedimenti per fornire un risarcimento economico all’azienda colpita. Tuttavia, evidenzia le difficoltà affrontate dagli allevatori, che devono non solo sopportare il peso emotivo e finanziario degli attacchi dei lupi, ma anche assumersi la responsabilità dello smaltimento delle carcasse. Sorprendentemente, gli allevatori non ricevono alcun risarcimento poiché le loro zone non rientrano in aree protette. Di conseguenza, devono sopportare l’onere finanziario dello smaltimento degli animali abbattuti, aggravando ulteriormente la loro precaria situazione.
La difficile situazione delle comunità agricole nel comprensorio Pollino-Sibaritide mette in evidenza l’urgente necessità di adottare misure complete per affrontare la crescente minaccia dei lupi. Sebbene sia fondamentale proteggere la fauna selvatica, è altrettanto importante salvaguardare il sostentamento degli agricoltori e degli allevatori, che costituiscono la spina dorsale di queste comunità. Bisogna istituire meccanismi di compensazione adeguati, indipendentemente dalla designazione delle aree protette, al fine di alleviare il peso economico che grava su queste persone.
Inoltre, è necessario avviare sforzi collaborativi tra associazioni agricole, organizzazioni ambientali e autorità locali per elaborare strategie che trovino un equilibrio tra la conservazione della fauna selvatica e la coesistenza sostenibile delle pratiche agricole. Favorire il dialogo e implementare misure proattive è possibile per mitigare i conflitti derivanti dall’interazione tra esseri umani, bestiame e lupi.
In conclusione, la minaccia dei lupi che predano il bestiame rappresenta una nuova sfida per le comunità agricole già alle prese con le conseguenze dell’infestazione dei cinghiali selvatici. L’Associazione Italiana Coltivatori di Cosenza sta adottando misure per sostenere gli agricoltori colpiti, ma la mancanza di compensazione per lo smaltimento delle carcasse aggrava le loro difficoltà. È imperativo elaborare soluzioni complete per affrontare questo problema emergente, garantendo la protezione sia della fauna selvatica che del sostentamento di coloro che dipendono dall’agricoltura nel comprensorio Pollino-Sibaritide.