CREMONA, 21 DIC 2018 – Manca poco all’inizio della cena della Vigilia che sancirà l’inizio dei festeggiamenti del Natale e di Capodanno e i vari menù sono pressoché decisi. Saranno tanti e diversi i piatti della cucina italiana che verranno portati a tavola a base di pesce, carne o verdura, tutti naturalmente accompagnati da un buon olio extravergine d’oliva. Il cosiddetto ‘oro verde’ sarà un partner imprescindibile di cenoni e pranzi delle festività.
Secondo le stime fornite da Oleificio Zucchi (leader nella produzione di oli da oliva e di semi con oltre 200 anni di attività), basate sull’analisi degli ultimi dati Nielsen relativi alle campagne olearie 2017 e 2018, circa 7 milioni di famiglie italiane acquisteranno olio d’oliva in occasione di questo Natale. Inoltre, dicembre è il mese in cui si consuma più del 20% dell’olio extravergine consumato durante tutto l’anno, trend in continua crescita negli ultimi anni.
È lo stesso Giovanni Zucchi, Vicepresidente di Oleificio Zucchi, a illustrarci il trend in aumento previsto per questo periodo particolare: “Per le prossime festività, come in occasione di tutte le feste comandate, prevediamo un aumento dei consumi perché le occasioni di convivialità e quindi di incontrarsi con amici e parenti attorno alla tavola faranno aumentare l’utilizzo di olio extravergine di oliva, che è il condimento alimentare più amato dagli italiani. Ci attendiamo largo consumo di questo alimento imprescindibile, nell’abbinamento con i piatti tipici del periodo natalizio ma non solo”. Infatti, come prosegue Zucchi, l’olio d’oliva è un prodotto talmente trasversale e universale da potersi abbinare anche a cibi una volta ritenuti inaccessibili: “I più coraggiosi lo proveranno anche con i dolci. Da poco ho assaggiato una meravigliosa Bavarese di mele e vaniglia e un cioccolato all’arancia, tutti rigorosamente con olio extravergine di oliva!”
Ecco invece quali sono i piatti tipici regionali delle Feste, che meglio si abbinano ad un olio extravergine di oliva, che quest’anni gli italiani vorrebbero sperimentare, secondo un sondaggio distribuito fra oltre 1000 italiani fra i 18 e i 60 anni.
- ABRUZZO con la “Zuppa di castagne e ceci”. 33%
- CALABRIA con le “Scillatelle (o fileya) con ragù di maiale”. 32%
- BASILICATA con il “Baccalá lesso con peperoni cruschi” (seccati al sole e calati per pochi secondi nell’olio d’oliva bollente). 30%%
- CAMPANIA con il “Cappone imbottito e insalata di rinforzo” (cavolfiore, sottaceti misti, peperoni detti papacelle olive di Gaeta e acciughe salate) accompagnato dalle immancabili friselle (crostini di pane circolari) e dai broccoli con aglio e peperoncino. 29%
- EMILIA ROMAGNA sui “Passatelli in brodo” ma anche sul “cotechino di Modena”. 28%
- FRIULI VENEZIA GIULIA per condire la “Brovada e muset (zuppa di rape e cotechino) con polenta”. 27%
- LAZIO per accompagnare il classicissimo “Abbacchio al forno con patate”. 25%
- LIGURIA per condire i “Ravioli alla genovese” (ripieno di vitello, animelle, uova, erbe, pangrattato e parmigiano), oppure il “cappon magro” (piatto fatto esclusivamente di verdure o di pesce). 23%
- LOMBARDIA sul “Consumè di cappone in gelatina”, oppure per condire i “casoncelli in brodo”. 22%
- MARCHE per condire i “Maccheroncini di Campofilone in sugo”. 20%
- MOLISE sul “baccalá arracanato” ( mollica di pane aglio prezzemolo origano uva passa pinoli e noci). 18%
- PIEMONTE per il “Bue bollito di Carrù e Moncalvo con peperoni in bagna cauda” (salsa a base di olio, aglio e acciughe). 16%
- PUGLIA sull “Agnello al forno con lambascioni” (cipolline dal gusto amarognolo che si trovano sottoterra, allo stato selvatico).15%
- SARDEGNA per il tradizionale “porcetto al mirto”. 14 %
- SICILIA sulla “pasta con le sarde e sarde a beccafico” (ripiene di mollica, pinoli, bucce di arance, foglie di alloro e uva passa). 13%
- TOSCANA sull “Arrosto di faraona” ma anche sui “fegatelli e tordi con insalata”. 12%
- TRENTINO ALTO ADIGE sia sui “Canederli” (polpettine di pane raffermo, speck, pancetta e salame, farina, uova, latte e brodo condite con spinaci, funghi o fegato di vitello), sia sugli “Strangolapreti” (gnocchetti di pane, latte uova e foglie di coste). 11%
- UMBRIA per il “Cappelletti ripieni di cappone e piccione”. 10%
- VALLE D’AOSTA sulla “Carbonata Valdostana con polenta” (sottili striscie di carne macerate nel vino rosso con aromi). 9%
- VENETO sul classicissimo “Lesso di manzo «al cren» (salsa di rafano) con contorno di purè di patate”. 7%
Per gustare al meglio i piatti e i sapori tipici del periodo delle Feste, da Zucchi arriva un altro prezioso consiglio: “Gli chef casalinghi dovrebbero provare lo stesso piatto con due extravergine con profumi e sapori diversi. Le carni insaporite con un olio extravergine che ha una sfumatura di mandorla e un altro con un profumo di pomodoro sono due esperienze profondamente uniche e differenti. L’olio extravergine di oliva è un prodotto eccezionale e il suo gusto straordinario lo rende la scelta migliore per condire, cucinare e conservare il cibo. Ci auguriamo quindi che gli italiani lo valorizzino anche nella cucina delle festività natalizie, assaggiando oli diversi e sperimentando nuovi accostamenti. Sarebbe meraviglioso che in ogni cucina ci potessero essere almeno tre oli extravergine diversi”. E quale momento migliore, per assaggiare nuovi oli, se non la sacra ricorrenza del Natale: “L’oro verde sarà il protagonista di molti piacevoli regali tra amici e parenti. In molte case le festività saranno quindi l’occasione giusta per portare in tavola gli oli freschi di raccolto da condividere insieme”, chiosa Giovanni Zucchi.