Olio d’oliva: Coldiretti denuncia l’invasione di prodotto straniero

olio di oliva
olio di oliva

Duemila agricoltori in protesta contro l’invasione di olio straniero e il rischio frodi, mentre in Calabria la produzione crolla del 60%

L’arrivo di ingenti quantitativi di olio d’oliva extraeuropeo sta scuotendo il settore agricolo italiano, mettendo a rischio i produttori nazionali e minacciando la qualità del vero extravergine Made in Italy. A lanciare l’allarme è Coldiretti, che con un’azione dimostrativa al porto di Civitavecchia ha denunciato l’aumento delle importazioni e il conseguente rischio di frodi alimentari.

Oltre duemila agricoltori, supportati dal vicepresidente nazionale di Coldiretti, Davide Granieri, hanno presidiato il porto laziale in occasione dello sbarco di una nave carica di olio straniero. L’azione simbolica ha visto anche la partecipazione di una decina di imbarcazioni con le bandiere gialle dell’associazione, che hanno intercettato il carico in arrivo. La protesta ha voluto portare all’attenzione dell’opinione pubblica il problema della concorrenza sleale, che penalizza l’olio italiano di alta qualità a favore di prodotti esteri di dubbia provenienza, spesso venduti come italiani grazie a strategie commerciali ingannevoli.

La Calabria, seconda regione italiana per produzione di olio extravergine d’oliva, sta affrontando un’annata drammatica, con una riduzione della produzione del 60%. Il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto, esprime grande preoccupazione per il futuro del comparto olivicolo regionale: “L’invasione di olio straniero a basso costo rischia di compromettere il nostro patrimonio agroalimentare, costituito da oltre 100 varietà di olive e 25 milioni di piante su 160mila ettari di terreno, di cui 13mila riconosciuti con certificazione IGP”.

La vendita di olio tunisino sotto i 5 euro al litro sta spingendo al ribasso i prezzi dell’extravergine italiano, mettendo in difficoltà migliaia di aziende olivicole, molte delle quali potrebbero essere costrette a vendere il loro prodotto a cifre inferiori ai costi di produzione. Una situazione aggravata dall’accordo commerciale dell’Unione Europea con la Tunisia, che consente l’importazione di 56.700 tonnellate annue di olio d’oliva senza dazi doganali.

Il pericolo di frodi alimentari è sempre più concreto. Senza un adeguato sistema di controllo, i consumatori potrebbero trovarsi ad acquistare olio straniero spacciato per italiano, con evidenti danni economici per i produttori nazionali e un rischio per la qualità e la sicurezza alimentare.

Per contrastare questa situazione, Coldiretti e Unaprol propongono l’istituzione di un Registro Telematico Unico europeo, simile al sistema italiano Sian, per garantire maggiore trasparenza e tracciabilità delle importazioni. L’obiettivo è tutelare i consumatori e valorizzare l’olio extravergine italiano, considerato uno dei migliori al mondo.

“È fondamentale che l’olio importato rispetti gli stessi standard di qualità del nostro extravergine. Senza controlli rigorosi, la fiducia dei consumatori e la reputazione dell’olio italiano rischiano di essere compromesse”, conclude Coldiretti.

L’appello delle associazioni agricole è chiaro: servono misure immediate per proteggere il settore olivicolo nazionale e garantire ai consumatori un prodotto autentico e sicuro.