Olivicoltura in Calabria: abbandono in aumento e aziende in crisi

olio, frantoio, olivicultura
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Olivicoltura in calabria in crisi: il 30% delle aziende abbandonate in 10 anni, ma arriva il decreto ambiente per contrastare il fenomeno e recuperare i terreni olivicoli

L’olivicoltura in Calabria, una delle colonne portanti dell’agricoltura regionale, sta affrontando una crisi preoccupante. Negli ultimi dieci anni, il numero delle aziende olivicole in tutta Italia è diminuito del 31%, con la Calabria che ha registrato una riduzione del 30% (dati Ismea Scheda Olio di Oliva, febbraio 2023). Questo declino, non è solo un problema economico, ma ha anche gravi ripercussioni ambientali. Infatti, l’abbandono delle terre olivicole, che già riguarda 500.000 ettari su un totale di 1,1 milioni in Italia, sta contribuendo a un crescente dissesto idrogeologico, mettendo a rischio la stabilità dei territori e la biodiversità.

La situazione è così critica che è stato necessario l’intervento del Governo, che ha accolto un ordine del giorno (OdG) proposto dall’Associazione Città dell’Olio, in collaborazione con il deputato Pino Bicchielli. Questo provvedimento, inserito nel Decreto Ambiente, mira a contrastare l’abbandono delle terre agricole, con un focus particolare sugli oliveti, attraverso una serie di misure concrete per il recupero e la valorizzazione delle aree agricole in stato di degrado.

Michele Sonnessa, presidente delle Città dell’Olio, ha definito l’approvazione dell’OdG come un “traguardo importante”. Secondo Sonnessa, questo risultato è il frutto di un lavoro sinergico che ha visto coinvolti tutti gli attori del settore olivicolo. L’obiettivo ora è quello di tradurre questo impegno in azioni concrete, attraverso la creazione di un tavolo tecnico interministeriale che coinvolga Regioni, Enti locali e associazioni di settore. Questo tavolo sarà chiamato a gestire la normativa già esistente sulle terre abbandonate, dando concretezza alle politiche di recupero.

L’Associazione Città dell’Olio ha già messo in campo numerose iniziative nel corso del 2024 per contrastare il fenomeno dell’abbandono. Tra queste, spiccano la proposta di una legge contro l’abbandono degli oliveti e il progetto pilota per il recupero dei terreni abbandonati in Toscana, realizzato in collaborazione con ANCI Toscana e l’Ente Terre della Regione Toscana.

L’abbandono degli oliveti non è solo una questione agricola, ma anche ambientale. La perdita di terreni coltivati porta con sé gravi rischi in termini di cambiamenti climatici, erosione del suolo, incendi e perdita di biodiversità. La lotta contro l’abbandono rappresenta quindi anche un’opportunità per contrastare queste emergenze ambientali. Inoltre, l’olivicoltura multifunzionale, che integra la produzione di olio con attività turistiche e culturali, potrebbe rappresentare una leva economica fondamentale per i territori.

In questo contesto, l’oleoturismo, che ha visto un aumento della domanda di esperienze legate all’olio EVO e alla scoperta dei territori olivicoli, potrebbe diventare una risorsa cruciale per le comunità locali. La promozione dell’olivicoltura come patrimonio culturale e storico potrebbe infatti generare nuove opportunità economiche, favorendo la creazione di cooperative di comunità e il recupero dei terreni agricoli abbandonati.

L’approvazione dell’OdG contro l’abbandono segna quindi un passo importante per il futuro dell’olivicoltura in Calabria e in tutta Italia. Le Città dell’Olio sono pronte a lavorare a stretto contatto con le istituzioni e le altre associazioni di settore per creare un piano strategico che possa garantire la sopravvivenza degli oliveti storici e promuovere un modello di sviluppo agricolo sostenibile, in grado di coniugare tradizione, innovazione e tutela dell’ambiente.

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