Analisi approfondita delle sfide climatiche ed economiche nel comparto ortofrutticolo italiano e le richieste urgenti di confagricoltura per un piano di ripresa
L’analisi della situazione del comparto ortofrutticolo è stata al centro dei dibattiti del Comitato direttivo di Confagricoltura, che ha approfondito le difficoltà emerse durante il Tavolo convocato recentemente dal ministro Lollobrigida. Le preoccupazioni del settore hanno raggiunto livelli critici, come dimostrato dalla manifestazione dei frutticoltori a Bologna, avvenuta due giorni fa, che ha sollecitato interventi volti a garantire un futuro stabile per uno dei comparti più rilevanti dell’agricoltura nazionale. Attualmente, questo settore vale oltre 14 miliardi di euro, rappresentando il 25% dell’intero settore primario italiano.
Le priorità principali individuate comprendono diverse azioni cruciali. In primo luogo, è fondamentale ripristinare la liquidità delle imprese, seguito dalla realizzazione di un piano straordinario pluriennale di estirpazione e reimpianto, al fine di orientare la produzione frutticola verso specie e varietà più competitive sul mercato e maggiormente adattate ai cambiamenti climatici. Allo stesso tempo, è necessario potenziare gli strumenti per la gestione del rischio, al fine di proteggere il reddito degli agricoltori, aumentando i fondi per garantire l’efficacia delle misure dedicate a questo settore.
Il quadro generale si presenta estremamente complesso. Durante gli ultimi due anni, le gelate primaverili hanno notevolmente compromesso la produzione in diverse regioni italiane. Questi danni sono stati ulteriormente aggravati dalla diffusione di fitopatie difficili da contrastare e da eventi climatici estremi come le gelate di aprile, le alluvioni di maggio e le temperature elevate prolungatesi nel tempo, il che ha comportato pesanti riduzioni nella quantità di prodotti raccolti e commercializzati.
Oltre agli effetti del clima, il settore deve confrontarsi con una dinamica dei costi di produzione in costante aumento, alimentata da recenti crisi internazionali, che stanno ulteriormente minando la sostenibilità economica delle aziende agricole. La carenza di manodopera, l’incremento dei tassi di interesse e una generale diminuzione del potere d’acquisto hanno ulteriormente ridotto i consumi delle famiglie, rendendo la situazione ancora più critica.
Le produzioni più colpite da queste difficoltà sono le pere, i kiwi e gli agrumi. Un esempio significativo è rappresentato dall’Emilia-Romagna, dove la superficie frutticola si è ridotta da 66mila a 44mila ettari negli ultimi 20 anni. Solo quest’anno, la produzione di pere è diminuita del 60% rispetto al 2022, evidenziando l’entità della crisi in corso.
Confagricoltura accoglie con favore l’impegno del ministro Lollobrigida nel pianificare lo sviluppo della filiera, focalizzandosi sull’innovazione e sulla ricerca. Tuttavia, ribadisce l’urgenza di misure concrete e immediate. Come sottolineato da un portavoce dell’associazione: “È necessario adottare provvedimenti significativi, come è stato fatto con il decreto ministeriale per gli agrumi. Attualmente, molte aziende operano in perdita, e il settore risulta estremamente vulnerabile. È cruciale intervenire con misure efficaci per garantire un futuro sostenibile per l’agricoltura e l’economia delle regioni coinvolte”.