Piano olivicolo regionale: 50 milioni per il futuro del Made in Italy

olio di oliva
olio di oliva

La Calabria approva il Piano Olivicolo Regionale da 50 milioni per sostenere il settore, ma Coldiretti lancia l’allarme: speculazioni e concorrenza sleale con l’invasione di olio tunisino low-cost

La Calabria punta sulla sostenibilità e sulla qualità con il nuovo Piano Olivicolo Regionale, approvato nei giorni scorsi dalla Giunta. Un’iniziativa strategica che mira a garantire un futuro competitivo al comparto olivicolo-oleario, sostenuta da un finanziamento di 50 milioni di euro nei prossimi anni. Tuttavia, il settore deve affrontare una seria minaccia: l’invasione di olio tunisino a basso costo, che rischia di danneggiare gravemente i produttori locali.

Un piano per valorizzare il patrimonio olivicolo calabrese

Il Piano Olivicolo Regionale si propone di incrementare la produzione, migliorandone qualità e distintività. Secondo Coldiretti Calabria, il progetto si focalizza su interventi strategici come potatura, meccanizzazione, risparmio idrico e raccolta. La Calabria vanta infatti un patrimonio unico di biodiversità, con oltre 100 varietà di olive coltivate dal Pollino allo Stretto, per un totale di 25 milioni di piante che coprono il 24% della superficie agricola regionale.

Questo straordinario ecosistema genera una produzione di olio extravergine d’oliva di altissima qualità, con tre denominazioni DOP e una IGP, oltre a decine di produzioni a chilometro zero legate ai territori. Un’eccellenza che può competere autorevolmente sul mercato nazionale e internazionale, grazie anche ai profumi e ai sapori unici che caratterizzano l’olio calabrese.

Il rischio della concorrenza sleale: l’olio tunisino

Nonostante i progressi locali, l’arrivo massiccio di olio tunisino a prezzi stracciati alimenta il rischio di speculazioni ai danni dei produttori italiani. Coldiretti e Unaprol denunciano che l’Italia è diventata il principale importatore di olio tunisino, con un terzo del prodotto giunto nel Paese nei primi due mesi della campagna olivicola.

L’olio tunisino, venduto a meno di 5 euro al litro, esercita una forte pressione al ribasso sui prezzi dell’olio italiano, costringendo molti olivicoltori a vendere sotto i costi di produzione. Una situazione che, secondo le associazioni di categoria, rappresenta una concorrenza sleale, considerando la qualità superiore del prodotto Made in Italy e le norme più rigide dell’Unione Europea in materia di pesticidi e rispetto del lavoro.

A peggiorare il quadro, l’accordo tra UE e Tunisia che consente l’importazione annuale senza dazi di 56.700 tonnellate di oli vergini d’oliva, inclusi olio extravergine e lampante. Questa intesa, valida tutto l’anno, coincide con il periodo di maggiore produzione nazionale, aggravando ulteriormente il problema.

Le proposte di Coldiretti per tutelare i produttori italiani

Per proteggere gli olivicoltori, Coldiretti propone di rivedere l’accordo UE-Tunisia, limitandolo al periodo tra aprile e settembre, evitando così la sovrapposizione con l’arrivo dell’olio nuovo nazionale. Inoltre, le associazioni chiedono l’introduzione di un sistema telematico unico a livello europeo per la registrazione e la tracciabilità del prodotto, al fine di garantire trasparenza lungo tutta la filiera e contrastare le frodi.

In questa direzione, Coldiretti ha già avviato iniziative, tra cui una richiesta formale al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare. La sfida è duplice: da un lato, tutelare la qualità e l’identità del Made in Italy; dall’altro, garantire un futuro solido e sostenibile al settore olivicolo, che rappresenta un pilastro dell’economia calabrese e italiana.