Sulle tavole degli italiani, e non solo, potrebbe arrivare il pesce sintetico creato in laboratorio grazie alle cellule staminali. È quanto afferma Coldiretti attraverso una sua nota in primo piano nel suo sito. L’associazione fondata da Paolo Bonomi nel 1944 a Roma è la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana.
Se la notizia lascia perplessi non stupisce il dato statistico: 7 italiani su 10, circa il 68%, non si fida nel mangiare un pesce sintetico, preferendo il naturale.
Questa notizia giunge da Rimini. Coldiretti è stata presente al Meeting su “La crisi alimentare globale: la persona al centro” in cui si è parlato di alimentazione citando l’esperimento sul pesce in vitro che segue quello della carne sintetica creata tempo fa.
L’associazione spiega l’ultima deriva gastronomica che arriva dalla Germania. La Bluu Seafood tedesca ha creato i primi bastoncini ittici coltivati in vitro, ma si sta studiando come ricreare in laboratorio anche la carne di salmone, di trota e di carpa.
A fronte di questa ricerca c’è una richiesta massiccia di carne di pesce “vero”. Ogni anno, ogni persona consuma oltre 20 chili di pesce; per quanto riguarda l‘Italia, ne mangiamo circa 28 chili a testa, nettamente sopra la media europea che è di 25 chili.
Oltreoceano, la Momad Foods, che è proprietario della Findus, sta confezionando il lancio di pesce sintetico per il mercato globale. Il progetto è frutto di un accordo con la start up statunitense BlueNalu. Sempre in America, in California, la Wildtype di San Francisco sta studiando un salmone coltivato in laboratorio adatto per il sushi.
In Corea del Sud, la CellMeat sta elaborando dei gamberetti in provetta.
Coldiretti: la carne e il pesce in provetta non sono frutto di ecosostenibilità, ma di pura legge del mercato
“Si tratta – afferma l’associazione – di una deriva alimentare iniziata con la carne sintetica della società americana Beyond Meat. e sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere – evidenzia Coldiretti – i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca.”
La carne di laboratorio non salva le mucche perché usa i loro feti; con la stessa logica, non salva l’ambiente perché consuma molta acqua ed energia. Inoltre, non è un alimento sicuro per l’uomo perché non garantisce circa i prodotti chimici utilizzati per produrla.
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Secondo l’analisi del sondaggio, il 68% degli italiani non si fida delle cose non naturali. Inoltre, gli italiani non si fidano per un eventuale impatto ambientale e per gli eventuali danni sulla salute. Trattandosi della patria del buon cibo, il 42% degli italiani pensa che il cibo artificiale non possa avere lo stesso sapore di quello vero.
“Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione” afferma il presidente Ettore Prandini nel sottolineare che “siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare”.
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