Cane intrappolato da attrezzi utilizzati per il bracconaggio dei cinghiali
LAMEZIA TERME (CZ), 21 SETT 2019 – Un cane pastore maremmano ferito dalla stretta di un laccio di acciaio, liberato dai Carabinieri forestali e dai vigili del fuoco, e un agricoltore denunciato.
Personale della stazione Carabinieri forestali di Lamezia Terme, unitamente ai Vigili del fuoco di Lamezia Terme, sono intervenuti nel comune di Lamezia Terme in località Quadrati, dove era stata segnalata la presenza di un cane bloccato da una trappola per cinghiali. Il cane, un pastore maremmano bianco, era stato catturato e bloccato da uno dei tanti lacci in acciaio, posizionati ed armati in un terreno agricolo, utilizzati per il bracconaggio, anche dei cinghiali.
Il cane vistosamente provato ed impaurito con visibili ferite al collo provocate dalla stretta del laccio di acciaio, veniva tranquillizzato dal militare e dal Vigile del Fuoco, e, senza non poche difficoltà, è stato liberato.
Dal successivo accurato sopralluogo sono stati individuati altri 7 lacci in acciaio già armati per la cattura di animali selvatici, i quali sono stati forzati dai Vigili del Fuoco e posti sotto sequestro dai Carabinieri forestali, trattandosi di mezzi non consentiti per l’attività venatoria.
Le successive attività di indagine, delegate dalla competente Autorità giudiziaria, hanno consentito di individuare il soggetto che aveva illecitamente posizionato i lacci in acciaio, finalizzati all’esercizio di attività venatoria illecita, quale il bracconaggio, e causando sofferenze e il maltrattamento del pastore maremmano.
In particolare i militari, individuati e localizzati su ortofoto i lacci in acciaio, hanno individuato il conduttore del terreno agricolo, di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, e, a conclusione di ulteriori attività di indagine, lo hanno deferito all’Autorità giudiziaria per i reati di maltrattamento di animali e di bracconaggio.