È notizia recente, aver visto circolare per le strade del quartiere alcuni cinghiali, ma qual è la loro provenienza?
Già diverso tempo addietro, l’informazione era circolata, ma solo grazie alla realizzazione di un video, la notizia ha avuto la giusta visibilità.
I cinghiali erano stati avvistati in via Conti Falluc, alcuni mesi fa.
La storia si ripete, in un’altra via di Santa Maria.
A dicembre, degli appassionati intenti sulla collina a raccogliere lumache e verdura, si erano impauriti al loro passaggio.
Siccome gli animali non sono abituati al rapporto con l’uomo, si sono subito agitati, e i due appassionati, hanno pensato bene di difendersi, arrampicarsi su un albero d’ulivo.
Quindi nel quartiere, proprio dove si estende la campagna, vi è un rifugio sicuro per tanti animali selvatici.
Ricordiamo che in Calabria il cinghiale è un animale cacciato, soprattutto per produrre diversi salumi.
I calabresi prediligono questo tipo di carne perché più magra rispetto al più noto “cugino”: il maiale.
Poi questi esemplari, si nutrono di quello che la natura offre, espressione sicura di qualità della loro carne.
Purtroppo prima di essere mangiati, bisogna controllare la qualità da parte di un veterinario, la sicurezza alimentare risulta fondamentale.
A volte il cinghiale può avere alcune malattie, come la tubercolosi.
Quindi, è buona norma, essere certi di cosa si mette sotto i denti.
Le massaie, specialmente quelle di una volta, lo cucinano con spezie ed odori vari, proprio perché la sua consistenza e il suo gusto sono molto forti.
Il ragù risulta essere sempre un classico, poi naturalmente, ognuno ha la sua ricetta preferita.
Fino a poco tempo fa i cacciatori, si spingevano nei diversi paesini calabresi per ricercare il prezioso animale. Attualmente tutto è cambiato, è l’animale che si dirige autonomamente fino ai quartieri situati nella zona sud del Capoluogo.
Davide Oliverio