Con il riscaldamento delle acque vedere pesci che una volta non popolavano i mari vicino alle nostre coste diventa più usuale. E i lettori e appassionati che seguono il nostro giornale ci scrivono per saperne di più e conoscere meglio l’ecosistema marino.
Un nostro lettore, appassionato di pesca, ci segnala di aver catturato con la canna e il mulinello un pesce nel mar Jonio, precisamente in località Torrazzo, per capirci vicino la famosa spiaggia di Caminia.
L’appassionato pescatore ci racconta di averlo tirato fuori dall’acqua, tra gli scogli, e di averne catturato ben due esemplari.
Aggiunge di conoscer bene quel posto, ma di non aver mai visto dal vivo o in fotografia una preda simile.
Poi ci chiede gentilmente di identificarlo, per far conoscere a tutti i calabresi questo pesce. Ci mettiamo un po’ sul web per cercare di individuarlo e dopo del tempo passato navigando in internet riusciamo a capire di cosa si tratta.
Dopo una attenta analisi ci siamo: è il pesce “scaro”, il pesce pappagallo del Mediterraneo. Mostriamo l’immagine a qualche altro appassionato di pesca e ci giura di non averlo mai visto da queste parti, sarà proprio così?
Scaro: un pesce pescato dai Romani
Questo pesce era mangiato perfino dai Romani, ed era considerato prelibato fin dall’antichità. Attualmente è diffuso nell’Atlantico orientale oltre che nel Mediterraneo, quindi anche nel mar Jonio. L’esemplare femmina è più colorato rispetto al maschio, quindi quello dell’immagine probabilmente è maschio.
Dopo averlo mangiato…
Rimaniamo in contatto con il nostro “amico lettore” per sapere se questa preda è buona da mangiare. Ci chiama qualche giorno dopo entusiasta, ci fa sapere che la carne dello scaro è buonissima e che si metterà ancora alla ricerca di questa specie nota sui libri, ma poco conosciuta nel territorio calabrese per preparare degli ottimi pranzi e cene al sapore di mare.