Il Sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, pare abbia ricevuto una notifica di una diffida da parte del Codacons per fermare la sperimentazione della tecnologia 5G sul territorio calabrese, poiché potenziale fonte di rischio per i cittadini.
“I Catanzaresi non sono cavie e la loro salute non può essere sacrificata sull’altare del profitto”. Infatti, non si sa ancora quali rischi comporti l’esposizione al 5G non essendoci ancora dati scientifici attendibili.
Si richiede il blocco fino a a dati scientifici certi sul 5G
Nella diffida si chiede la sospensione della installazione di antenne e ripetitori 5G fino a quando non sarà certo che la presenza sul territorio non avrà effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente circostante.
Molti studiosi stanno sottolineando il grave pericolo che questa nuova tecnologia potrebbe comportare. Tant’è che se ne sta chiedendo, da più parti, la sospensione.
“A Catanzaro, invece, si esulta perché i Cittadini sono stati scelti come “cavie” per la sperimentazione della nuova tecnologia.
Purtroppo non abbiamo registrato da parte del Comune quella auspicata sensibilità, nonostante le preoccupazioni siano riferite a ricadute pericolose per la popolazione; nessun problema sull’inquinamento elettromagnetico, sempre più diffuso e sui rischi che, dalla propagazione di onde elettromagnetiche, possono derivare alla salute umana.”
Un bombardamento elettromagnetico sul territorio dal 2G al 5G
La nuova tecnologia va ad aggiungersi a quella già esistente che è la 2G/3G/4G. Non è chiaro se questo “bombardamento elettromagnetico” possa avere conseguenze disastrose per l’uomo e l’ambiente.
“Eppure sono tematiche che dovrebbero essere al primo posto nell’agenda politica, in quanto riguardanti la salute dei cittadini.”
L’esortazione del Presidente del Codacons Di Lieto
Di Lieto afferma: “Nessun inutile allarmismo ma soltanto una posizione di precauzione almeno fin quando la letteratura scientifica non ci garantirà la sicurezza, soprattutto per la salute dei bambini, delle donne in gravidanza, per i portatori di protesi metalliche o pacemakers. Ci auguriamo che il Sindaco voglia assumere un atteggiamento serio e responsabile nei confronti di una sperimentazione che potrebbe avere un significativo impatto negativo sulla vita della popolazione”.
“In attesa delle determinazioni del Sindaco, confidiamo che il Consiglio comunale voglia immediatamente porre in discussione la concreta applicazione del “principio di precauzione, sancito dall’Unione Europea; bloccando la sperimentazione del 5G sul territorio comunale, fino a quando non verranno fornite garanzie reali sulla sua innocuità”.
Il capogruppo di Cambiavento aveva comunicato il dissenso alla sperimentazione 5G
Già in una nota datata a novembre 2019, il consigliere comunale Gianmichele Bosco, di Cambiavento, aveva sottoposto il problema dichiarando: “Si tratta di una rete di nuova generazione che inciderà sulla velocità delle connessioni internet. Il problema sostanziale del 5G è che, ad oggi, non si conoscono quali siano le conseguenze per la salute e, nello specifico, quale sia l’incidenza sul rischio tumori.
Notorio che la base della tecnologia 5G poggi sulla propagazione moltiplicata di onde elettromagnetiche. La campagna 5G è tuttora in fase sperimentale e francamente non capisco il motivo per cui la città di Catanzaro debba essere tra le città “cavia” di un qualcosa di cui ancora non si comprendono gli effetti. Di poche settimane fa è l’appello sottoscritto da un centinaio di autorevoli scienziati, tra cui anche un ingegnere catanzarese, che spiegava i motivi della contrarietà all’utilizzo in via sperimentale del 5 G. La nuova tecnologia dovrebbe entrare ufficialmente nel mercato italiano nel 2020. Alcuni paesi europei hanno già bloccato la diffusione. Perché il capoluogo della Regione Calabria dovrebbe fiondarsi in questa avventura avvolta nell’oscurità? I componenti dell’attuale amministrazione possono mettere la mano sul fuoco garantendo la sicurezza dei cittadini? Dovrebbero sapere bene che in casi come questi prevale il principio di precauzione. E’ tutto in itinere, è vero, ma è giusto che l’amministrazione sin da ora sappia quale sarà la nostra posizione almeno fino a quando non ci sarà un quadro più definito e più certo. Per il profitto di pochi non possiamo rischiare di utilizzare i cittadini come “cavie”.”