L’allarme: le prossime piogge troveranno un territorio sempre più fragile. “Interventi soltanto a tragedie avvenute”
“Dopo ogni precipitazione, anche di modesta entità, lo scenario che si presenta è sempre quello di un territorio in ginocchio”.
Nelle città tombini e caditoie sono ostruiti da foglie, da rifiuti d’ogni genere e terriccio. Per non parlare dell’abbandono in cui versano gli alvei di fiumi, torrenti e fiumare, intasati da vegetazione spontanea, detriti e, in troppi casi, da rifiuti.
Dei veri e propri “tappi” che, nel caso degli ingrossamenti causati dalle piogge, impediscono il deflusso delle acque verso il mare, causando esondazioni alcune volte devastanti.
Quello che appare chiaro – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – è che nella nostra Regione le attività di prevenzione non si fanno. Al massimo, ci si limita a rimediare a disastro avvenuto.
“In Calabria abbiamo rinunciato alla prevenzione perché conviene a qualcuno vivere in perenne emergenza”.
E così i Consorzi di bonifica sono stati trasformati in dei carrozzoni privi di uomini (oramai sono tutti amministrativi) e mezzi per bonificare i terreni e si ricordano dei cittadini solo per notificare avvisi di pagamento, spesso illegittimi;
Comuni che piangono miseria e non riescono a garantire neppure la pulizia dei tombini, mentre Calabria Verde, spende ben 210 milioni di euro l’anno per “attività di forestazione” anche, se, per alcuni, rimane un mistero che ricaduta abbia questa costosa attività sul territorio.
Il Codacons interviene nuovamente sulle condizioni del territorio Calabrese, “che si sfalda ad ogni minimo accenno di maltempo” e sollecita Comuni e Regione Calabria a provvedere con “capillari ed immediati interventi di pulizia di torrenti e fossi dalla vegetazione spontanea e da tutti quei rifiuti irresponsabilmente abbandonati, che finiscono per costituire un pericoloso ostacolo per il deflusso delle acque”.
Non possiamo attendere che i corsi d’acqua inizino a tracimare drammaticamente al primo temporale.
Che poi nessuno si permetta di gridare alla fatalità o ad invocare lo stato d’emergenza.
Perché i responsabili avranno un nome e cognome ben preciso.
Da una verifica effettuata in questi giorni, è emerso come nei principali centri della nostra regione sia deficitaria la manutenzione di tutti gli elementi connessi allo smaltimento delle acque meteoriche.
Non sono stati rimossi i detriti e puliti i chiusini, in maniera da far defluire le acque senza intoppi – sostiene il Codacons.
Poi non lamentiamoci degli allagamenti sistematici dopo le prime piogge con danni a strade, abitazioni, attività commerciali e magazzini, nonché drammatici disagi alla circolazione veicolare.
Poiché le piogge non son certo un evento inaspettato – prosegue la nota del Codacons – riteniamo sia prioritario intervenire tempestivamente al fine di prevenire e mitigare il rischio per le popolazioni.
Siamo una Regione paralizzata ed in perenne emergenza – è la conclusione del vicepresidente del Codacons – in cui non si riesce a garantire nemmeno l’ordinaria manutenzione, perché la prevenzione si limita a diramare una semplice allerta meteo ed in cui si interviene solo dopo che succedono le tragedie, spesso causate non da “bombe d’acqua”, come si preferisce dire oggi, ma da semplici piogge.