“La stagione estiva è arrivata, in anticipo nelle zone di mare, e il fenomeno del randagismo torna ad essere preoccupante per noi associazioni animaliste, subissate da richieste di aiuto da parte di tanti singoli volontari. Come quella di Maria Vittoria Russo, cittadina di Montepaone paese, che da tempo si preoccupa di aiutare i tanti pelosi randagi vaganti nel suo territorio. Purtroppo la mia Associazione animalista non può aiutare Maria Vittoria se non con cibo e antiparassitari. Le sue lacrime e il suo grido di dolore però non possono lasciarci indifferenti. Secondo la nostra amica, per una decina di cani, tutti accuditi e protetti, presto si apriranno le porte del canile convenzionato con il Comune, canile che pare, secondo quanto recentemente appreso dalla stampa, sia stato oggetto di indagini giudiziarie. La domanda di Maria Vittoria quindi è lecita: che fine faranno questi cani? Perché invece non vengono sterilizzati e lasciati tranquilli sul posto? Quanti soldi verrebbero risparmiati, affrontando le sole spese degli interventi chirurgici? Domanda lecita, che trova il nostro pieno appoggio: un cane costa al Comune circa tre euro al giorno per trecentosessantacinque giorni per circa dodici anni _ età media di vita di un cane. Aiutando quindi un volontario a sostenere le predette spese veterinarie, senza contare il coinvolgimento che i Comuni dovrebbero avere con le Asp territoriali, si risparmierebbero tanti soldi dei contribuenti. Ma un’altra domanda porgo personalmente a quelle associazioni che si fregiano di appartenere ad Enti protezionistici nazionali: dove siete? Perché per il caso strappalacrime un posticino in Rifugio lo trovate e per quelli (apparentemente) in salute non avete mai posto? Ai lettori trarre le conclusioni!”.
Lorella Commodaro, presidente associazione animalista Su la zampa