Tra le rocce dell’Aspromonte: la Coturnice, specie nidificante minacciata, e la sua battaglia per la conservazione nel cuore del Parco Nazionale
L’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte ha da tempo condotto approfonditi studi sulla fauna alata, concentrandosi su specie di particolare importanza dal punto di vista della conservazione. Tra queste, la Coturnice (Alectoris graeca) rappresenta un caso emblematico. Questo uccello terricolo, caratterizzato da uno stile di vita sedentario, popola i pendii rocciosi assolati e le aree con scarsa vegetazione. La sua presenza è segnata da una schiva riservatezza, esprimendo il suo canto solamente all’alba o al tramonto e restando virtualmente invisibile durante il resto della giornata.
Amante delle passeggiate, la Coturnice si solleva improvvisamente e rumorosamente solo in presenza di potenziali predatori. La sua mobilità all’interno del territorio è limitata, e i maschi mostrano una forte territorialità. Questa specie è un tesoro naturalistico unico, presente solo nei Balcani e in Italia, dove il nostro paese custodisce la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Tuttavia, purtroppo, questa creatura criptica ha subito un preoccupante declino in tutte le aree in cui è presente.
A livello europeo, la Coturnice è classificata come quasi minacciata di estinzione (NT), mentre in Italia la sua situazione è ancora più delicata, meritando la designazione di vulnerabile (VU) secondo la lista rossa degli uccelli nidificanti. Tale fragilità richiede l’implementazione di importanti misure di conservazione, sottolineate dalla Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”, che inserisce la specie nell’Allegato I, riconoscendola come di particolare interesse comunitario e conservazionistico.
Nel periodo compreso tra il 2016 e il 2018, l’Ente Parco ha avviato le prime indagini sulla Coturnice, mirando a definirne l’areale all’interno del Parco e a stimare il numero di coppie riproduttive. Purtroppo, i risultati hanno confermato un preoccupante declino anche all’interno del Parco, un tempo diffusa in tutta l’area ionica dell’Aspromonte ma ora confinata tra Roccaforte del Greco e San Luca. Le cause di questa drastica riduzione includono l’abbandono delle pratiche agricole tradizionali, l’aumento degli incendi e le attività venatorie.
La popolazione stimata attuale è di circa 20-50 coppie, un dato allarmante soprattutto considerando che la popolazione più vicina si trova nel Parco Nazionale del Pollino. Le coturnici dell’Aspromonte sono quindi isolate dal resto dell’Appennino, e gli habitat di questo magnifico galliforme si stanno rapidamente riducendo sulle montagne calabresi.
Nel tentativo di contrastare questo declino, l’Ente Parco ha recentemente riavviato il monitoraggio della Coturnice. L’obiettivo è aggiornare le conoscenze e verificare la persistenza delle coppie nelle aree colpite dagli incendi del 2021. Gli ornitologi, specializzati e incaricati attraverso un bando dell’Ente, hanno effettuato il censimento utilizzando la tecnica del play-back, stimolando la risposta dei maschi cantori nelle prime ore del mattino tra marzo e maggio. I risultati hanno confermato un periodo particolarmente critico per la specie, aggravato dagli incendi.
Il programma dell’Ente Parco prevede ora un monitoraggio approfondito nelle zone colpite dal fuoco, con l’obiettivo di comprendere le dinamiche post-incendio e valutare eventuali ricolonizzazioni di specie animali. La Coturnice, che predilige aree aperte moderatamente eterogenee, potrebbe trovare rifugio in zone un tempo coltivate e pascolate, ora invase da arbusti pionieri a seguito dell’abbandono delle pratiche agricole tradizionali.
Questi sforzi di monitoraggio e conservazione, pianificati per almeno tre anni, mirano non solo a salvaguardare la Coturnice ma anche a ripristinare gli habitat essenziali per questa specie e per l’ecosistema nel suo complesso.