Il rapporto annuale ‘Mare Monstrum’ di Legambiente svela un aumento del 29,7% nei reati ambientali sulle coste italiane, con una crescita sostenuta nella violazione delle normative nautiche e un forte impatto nelle regioni
Le coste italiane sono sotto attacco. Il rapporto annuale “Mare Monstrum” di Legambiente, che analizza i crimini ambientali commessi lungo le coste del nostro Paese, ha rivelato un aumento allarmante dei reati nel 2023. Sono stati accertati 22.956 illeciti, segnando un incremento del 29,7% rispetto all’anno precedente. Ciò significa che lungo le coste italiane si registrano in media 8,4 reati per ogni chilometro di litorale, equivalenti a un illecito ogni 119 metri.
La Calabria emerge come una delle regioni più colpite, con oltre 2.300 reati ambientali, collocandosi tra le aree più vulnerabili insieme a Campania, Sicilia e Puglia. Queste quattro regioni, caratterizzate dalla storica presenza della criminalità organizzata, concentrano oltre la metà dei crimini ambientali rilevati, con numeri che parlano chiaro: 3.095 illeciti in Campania, 3.061 in Sicilia, 3.016 in Puglia e 2.371 in Calabria.
Il rapporto evidenzia come il ciclo illegale del cemento rappresenti la principale fonte di questi crimini, contribuendo al 45% del totale. L’abusivismo edilizio continua a devastare il paesaggio costiero italiano, aggravando fenomeni di inquinamento marino, spesso causato dagli scarichi illegali delle costruzioni abusive. Tra gli altri reati più diffusi si annoverano quelli legati ai rifiuti, l’inquinamento del mare e la pesca illegale.
Nel 2023, si è registrato un aumento impressionante del 230% nelle violazioni delle normative sulla nautica da diporto, con 2.059 illeciti penali accertati. Parallelamente, è cresciuta l’efficacia dell’azione repressiva: le denunce sono aumentate del 43%, raggiungendo le 25.545 persone, mentre gli arresti sono quasi raddoppiati, con un incremento del 98,1%, per un totale di 204 persone. Anche i sequestri sono in aumento, con 4.026 operazioni effettuate, segnando una crescita del 22,8% rispetto al 2022.
Di fronte a questa situazione drammatica, Legambiente propone dieci azioni chiave per contrastare l’aggressione alle coste italiane. Tra le principali priorità figurano la lotta all’abusivismo edilizio, con la richiesta di accelerare la demolizione degli edifici illegali e il potenziamento dei finanziamenti ai Comuni per queste operazioni. L’associazione punta anche a combattere la maladepurazione, che espone l’Italia a onerose sanzioni europee, e a rafforzare le normative contro la pesca illegale, proponendo sanzioni più severe e adeguate.
“Nonostante l’impegno costante delle Capitanerie di porto e delle forze dell’ordine – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è essenziale rafforzare il ruolo di tutte le istituzioni coinvolte, dai Comuni alle Regioni e alle ARPA, per proteggere le nostre coste e il nostro mare”. Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente, ha sottolineato come l’abusivismo edilizio lungo le coste non solo danneggi l’ambiente, ma rappresenti anche un ostacolo allo sviluppo socio-economico del Paese, colpendo in particolare il Sud e le aree costiere, le “perle estive” del Belpaese. “È il momento di intervenire con decisione, senza più rimandare le demolizioni”, ha concluso Fontana.