In crisi il bergamotto di Reggio Calabria: l’appello dei coltivatori al Ministro Lollobrigida
In un gesto senza precedenti, il Comitato Spontaneo dei Bergamotticoltori di Reggio Calabria si è rivolto direttamente al Ministro Lollobrigida, affinché metta piede sul territorio e si confronti con una situazione critica. Allegata alla loro lettera, una petizione firmata da ben 170 aziende e operatori del settore, rappresentativi dell’intero comparto bergamotticolo dei 50 comuni della provincia di Reggio Calabria, testimonia una profonda insoddisfazione verso le associazioni di categoria, le istituzioni locali e le scelte operate dal Consorzio del Bergamotto.
L’amaro disappunto dei Bergamotticoltori è alimentato da una serie di delusioni. Il Bergamotto, gioiello agricolo unico nel suo genere, che risale addirittura al 1700, è ora minacciato sia economicamente che climaticamente. Circa 1.200 ettari di agrumeti sparsi fra le coste del Tirreno e dello Ionio, famosi per la loro ineguagliabile biodiversità, si trovano a un bivio.
La filiera agricola è nuovamente stretta in una morsa industriale, con il prodotto fresco che affonda nella disattenzione e il controllo da parte della cosiddetta “borghesia del bergamotto”, che detiene il potere decisionale su quando e come acquistare il frutto fresco, e se addirittura lasciarlo marcire sugli alberi. L’olio essenziale, noto come l’essenza, ha eroso il valore della produzione fresca, con conseguenze dirette sulla sostenibilità economica dei coltivatori.
La designazione di origine protetta (DOP) assegnata nel 2001 all’essenza di Bergamotto si è rivelata vuota di significato, poiché questa è destinata principalmente all’industria cosmetica e profumiera, perdendo ogni connessione con i prodotti agroalimentari di eccellenza tipici dell’Italia. Il Consorzio di tutela dell’essenza DOP, a sua volta, ha dimostrato scarsa utilità e rappresentatività, con meno di venti membri. La discrepanza tra i 165.000 kg di olio essenziale di bergamotto reggino prodotti annualmente e i 4 milioni di kg effettivamente commercializzati nel mondo è sconcertante. Ancora più sorprendente è il fatto che solo alcune decine di kg abbiano ottenuto la certificazione DOP in due decenni, dimostrando l’inefficacia del sistema attuale.
Nel 2021, è stata presentata una richiesta di registrazione dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP) per il “Bergamotto di Reggio Calabria”, che è stata approvata dalla Regione Calabria e ha concluso l’istruttoria al Ministero. Questa iniziativa è vista come un mezzo cruciale per preservare e valorizzare il bergamotto di Reggio Calabria, contrastando le pratiche sleali e l’interferenza di produttori esterni che minacciano il valore stesso del prodotto. L’ottenimento dell’IGP per il frutto e i suoi derivati offrirà una protezione essenziale e consentirà l’esposizione del bergamotto a livello europeo e internazionale, in risposta alle richieste di acquirenti che apprezzano il valore dell’IGP.
È tempo che il ministero prenda in considerazione questa petizione appassionata e agisca per accelerare il processo di attribuzione dell’IGP, promosso da un comitato di oltre 300 aziende ed enti che coprono più di 500 ettari. È imperativo individuare azioni concrete per tutelare e valorizzare questa preziosa filiera agricola e alimentare, che è stata trascurata a vantaggio di interessi consolidati e di poteri decisionali che agiscono in contrasto con gli interessi dei produttori.
In questa delicata congiuntura, le istituzioni, gli enti e le associazioni di categoria dovrebbero finalmente agire in modo concreto e unito per sostenere il rinnovamento del settore bergamotticolo, garantendo un futuro luminoso per questa iconica produzione calabrese.
LEGGI ANCHE: Eccellenza Calabrese: l’iter per la DOP del bergamotto