Il fascino del Pollino: natura incontaminata e paesaggi spettacolari

Nevaio del Pollino
Nevaio del Pollino

I segreti del Pollino: rocce calcaree e vette impressionanti

Alla frontiera tra Calabria e Basilicata, tra le acque del mar Ionio e mar Tirreno, sorge un massiccio che si crede essere la dimora del dio Apollo: il Pollino. Questa imponente catena montuosa, simile a un muro, si eleva con maestosità oltre la conca del Re, a pochi passi da Castrovillari (CS), superando i 2000 metri di quota con diverse vette significative, tra cui Serra Dolcedorme (2267 m), Monte Pollino (2248 m) e Serra del Prete (2181 m).

Cosa differenzia il massiccio del Pollino dagli altri luoghi della Calabria e del sud Italia? Oltre alla mancanza di rocce calcaree, caratteristiche dell’Appennino e contrarie ai tipici rilievi calabresi, questa catena montuosa presenta incantevoli valli strette che sperimentano forti escursioni termiche sia giornaliere che annuali, oltre a un nevaio semi-perenne. Non è un caso che, nel corso dei meno di 10 anni di registrazione effettuati dal “Progetto Pollino” sostenuto da Meteoweb, la temperatura abbia raggiunto più volte oltre -20°C durante i mesi invernali e sia scesa sotto lo zero anche durante i mesi estivi, a soli 1600 metri di quota. Una delle località più colpite è Piano Ruggio, che è circondata a est proprio dalle vette menzionate all’inizio dell’articolo.

La temperatura più estrema mai registrata in questa località è stata di -29,4°C nel gennaio 2010, prima che il progetto venisse interrotto. Altre temperature degne di nota includono -26,2°C nel dicembre 2007, -26,0°C nel febbraio 2008 e persino -22,7°C nel novembre 2007.

Ma non è solo la valle di Piano Ruggio a registrare tali valori estremi. Tra il monte Pollino e Serra delle Ciavole, situata poco più a nord nel territorio lucano, si trovano i Piani Pollino, incastonati tra le vette, con un’altitudine di circa 1800 metri. Il valore minimo storico delle temperature registrate in questa zona è stato di -30,8°C nel febbraio 2013. Il territorio del Parco Nazionale del Pollino è così vasto che, oltre alle due località menzionate, include anche diverse conche che, sebbene meno estreme, presentano le stesse caratteristiche. Tra queste ci sono il Piano Grande di Masistro (1200 metri di quota, con una temperatura minima storica di -19,1°C nel gennaio 2011), Piano Novacco e Piano Campolongo, purtroppo mai monitorati.

Il nevaio del Pollino merita una menzione speciale. A soli 100 metri a sud della vetta del Monte Pollino, si trova una piccola dolina a 2225 metri di quota che ospita annualmente uno dei nevai più a sud d’Europa. Questi resti di un antico ghiacciaio sembrano aver plasmato il profilo attuale delle vette più importanti della catena. Il nevaio non solo testimonia le temperature estremamente rigide che si registrano in questa zona, sicuramente più fredde durante la notte rispetto ai piani sottostanti, ma rappresenta anche una fonte di romanticismo che affascina coloro che amano questa scienza e in particolare questo territorio vasto e incontaminato.

Sebbene con minore frequenza negli ultimi anni, non è raro trovare resti di neve persino ad agosto. Nell’estate del 2013, ad esempio, il nevaio aveva un accumulo di ben 10 metri a metà luglio e ha resistito fino a settembre, superando agevolmente il mese più caldo dell’anno. Di solito, l’estate si affronta con diversi metri di neve che scendono dalla vetta e si accumulano sul cumulo già presente, dando vita a ciò che rimane di un antico nevaio perenne immerso nel Mediterraneo.

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