Calabria in ginocchio: piogge incessanti trasformano i campi in paludi, distruggendo raccolti e mettendo a rischio migliaia di famiglie
Le intense piogge che da mesi si abbattono sulla Calabria stanno causando danni senza precedenti al settore agricolo. La regione, cuore pulsante dell’agricoltura del Sud Italia, è sotto assedio: intere coltivazioni sono sommerse, compromettendo la produzione e la vita di migliaia di famiglie che dipendono da questa risorsa vitale.
Tra le aree più colpite, spicca il Lametino, dove centinaia di ettari di terreno sono stati trasformati in paludi. Oliveti, agrumeti, vigneti e ortaggi invernali, fondamentali per l’economia e l’alimentazione locale, sono stati devastati. Le condizioni di ristagno idrico hanno inoltre favorito la proliferazione di malattie fungine, peggiorando ulteriormente la situazione per gli agricoltori, che registrano perdite economiche ingenti.
Il dramma calabrese si inserisce in un quadro nazionale sempre più preoccupante. Il 2024 ha segnato un nuovo record di eventi meteorologici estremi, con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente. Dietro queste calamità c’è l’evidente impatto dei cambiamenti climatici, che mettono a dura prova il settore primario di tutto il Paese, rendendo ogni raccolto un’incognita.
Per fronteggiare questa crisi, esperti e istituzioni concordano sulla necessità di interventi rapidi e mirati. Tra le soluzioni proposte vi sono una maggiore manutenzione dei corsi d’acqua, l’introduzione di sistemi di drenaggio moderni e l’adozione di pratiche agricole più sostenibili. Altrettanto cruciale è l’investimento nella ricerca per sviluppare colture resistenti ai cambiamenti climatici, capaci di sopravvivere a condizioni sempre più estreme.
La Calabria rappresenta oggi un esempio lampante di come il cambiamento climatico non sia una minaccia futura, ma una realtà già in atto, capace di stravolgere economie locali e vite umane. È fondamentale agire subito, unendo le forze per proteggere il territorio e garantire un futuro sostenibile alle generazioni che verranno.
La sfida è globale, ma il tempo per affrontarla si sta esaurendo. Solo con una maggiore consapevolezza e un impegno condiviso sarà possibile evitare che scenari simili diventino la norma.
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