Primo nidificamento storico della tartaruga verde in Italia: un’occasione di riscoperta e conservazione sulle coste calabresi
Nella notte scorsa, lungo una spiaggia del litorale jonico calabrese, un evento straordinario ha catturato l’attenzione dei presenti: una tartaruga marina della specie Chelonia mydas, conosciuta anche come tartaruga verde o franca, ha fatto il suo tentativo di nidificazione. Il WWF di Vibo Valentia ha confermato che si tratta del primo caso documentato in Italia per questa specie di tartaruga.
L’episodio è stato scoperto da alcuni turisti che, con grande sorpresa e entusiasmo, hanno documentato il momento in cui la maestosa tartaruga ha cercato di depositare le sue uova sulla spiaggia. Non è un evento comune: in Italia, l’unica specie di tartaruga marina nota per nidificare regolarmente è la Caretta caretta, mentre per la Chelonia mydas e la Dermochelys coriacea, dette rispettivamente tartaruga verde e liuto, non erano mai stati confermati casi simili.
Il naturalista Pino Paolillo ha identificato l’animale come una femmina di Chelonia mydas, evidenziando caratteristiche distintive come il numero di placche costali, quattro anziché cinque come nella tartaruga marina comune. L’eccezionale avvistamento è stato subito riportato al responsabile scientifico del progetto TartAmar del WWF, il professor Toni Mingozzi, esperto di lunga data nel monitoraggio dei nidi di tartaruga marina in Calabria.
La biologa Jasmine De Marco, coordinatrice del progetto sul campo, ha esaminato attentamente la traccia lasciata dalla tartaruga, confermando che non è stato deposto alcun uovo, ma sono stati evidenti i segni di tentativi di scavo. È probabile che la tartaruga abbia cercato di nidificare in zone vicine, che saranno ora oggetto di ulteriori ispezioni.
La Chelonia mydas, chiamata anche tartaruga verde per il colore del grasso delle sue carni, è la seconda tartaruga più grande al mondo dopo il liuto, con un peso che può superare i 230 kg e un carapace che può raggiungere i 140 cm. Presente principalmente nei mari tropicali e subtropicali, la specie nidifica di solito nell’est del Mediterraneo, con circa 1500 casi registrati, una cifra in aumento negli ultimi anni.
Questo avvistamento straordinario in Calabria potrebbe indicare una possibile espansione dell’areale mediterraneo della specie verso occidente, probabilmente correlata al riscaldamento delle acque e ai cambiamenti climatici globali in atto.
La Chelonia mydas è una specie minacciata, cacciata per la carne e le uova in molte parti del mondo, e affronta minacce come le catture accidentali, l’inquinamento e la perdita di habitat di nidificazione. È classificata come specie in pericolo nelle Liste rosse dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ed è protetta da diverse convenzioni internazionali.
L’entusiasmo degli esperti e dei volontari del WWF di Vibo Valentia e della Vallata dello Stilaro è palpabile, riflettendo l’importanza di preservare e proteggere questi rari e magnifici animali che scelgono le coste calabresi come luogo per la loro straordinaria opera di riproduzione.