Epidemia di lingua blu nel crotonese: la mancanza di strutture e l’urgenza di dichiarare lo stato di emergenza per salvare il settore ovino in crisi
L’epidemia di Lingua Blu che sta devastando il settore ovino nella provincia di Crotone rischia di causare danni irreparabili a uno dei comparti più vitali per l’economia locale. La crisi ha messo in luce la mancanza di risorse e strutture adeguate per gestire emergenze sanitarie di questo tipo, e ora la situazione richiede un intervento immediato da parte delle autorità regionali.
L’epidemia, che ha già portato alla morte di oltre 5.000 ovini e ha generato 20 focolai nella provincia, ha sollevato preoccupazioni tra veterinari, allevatori e geologi. La Conferenza dei Sindaci, riunitasi venerdì scorso, ha sollecitato con urgenza la dichiarazione dello stato di emergenza, competenza della Regione Calabria. La risposta tarda ad arrivare, mettendo in pericolo non solo il comparto zootecnico ma anche la sicurezza alimentare e la salute pubblica.
Il problema è aggravato dalla mancanza di un Istituto zooprofilattico nella provincia di Crotone. In Calabria, i servizi di sorveglianza e controllo epidemiologico sono gestiti dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, con sede a Portici (NA), che copre anche le province di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e Vibo. Questa situazione lascia Crotone senza un presidio specifico, limitando le capacità di risposta alle emergenze sanitarie.
La carenza di risorse e la scarsa programmazione hanno aggravato la situazione. Già colpita da siccità, tubercolosi e brucellosi, l’area è ora alle prese con un’epidemia di Lingua Blu che ha trovato terreno fertile per diffondersi. Gli allevatori, in gran parte piccoli e vulnerabili, si trovano in difficoltà e spesso nascondono i primi segni di infezione per evitare perdite economiche, mettendo a rischio l’intero comparto.
La situazione è ulteriormente complicata dalla gestione delle carcasse degli animali morti, che richiede procedure specifiche e l’intervento di geologi, mentre le ordinanze dei sindaci non sono sufficienti a garantire una risposta adeguata. Inoltre, la disinfestazione e il piano vaccinale devono essere attuati tempestivamente per prevenire una nuova ondata di emergenza nella prossima primavera.
Le domande cruciali ora sono: quanto tempo impiegherà la Regione Calabria a dichiarare lo stato di emergenza e avviare le misure necessarie per contenere l’epidemia? Sarà necessario diversificare le strategie di disinfestazione tra le aziende e le aree demaniali? E come verranno reperiti i vaccini, data la loro scarsità?
La Conferenza dei Sindaci ha concordato sulla necessità urgente di dichiarare lo stato di emergenza, evitando ulteriori ritardi burocratici che potrebbero aggravare la crisi. È fondamentale che le autorità regionali agiscano con determinazione per fermare la diffusione dell’epidemia e garantire un futuro sostenibile per l’allevamento ovino nella provincia di Crotone.
Solo con un intervento rapido e ben coordinato sarà possibile salvaguardare il settore e garantire il supporto necessario ai piccoli allevatori che rischiano di perdere tutto. L’emergenza richiede una risposta efficace e immediata, non solo per affrontare i danni già causati, ma anche per prevenire ulteriori crisi e garantire la sicurezza e la salute pubblica.